Il Pd si smarca dall’Unità di Sansonetti:” Non ci rappresenta”

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L’Unità diretta da Piero Sansonetti continua ad essere al centro della polemica. Dopo la presa di posizione dei figli di Berlinguer, che si sono scagliati contro il quotidiano che un tempo era il manifesto della sinistra per l’operazione di marketing del giornale di riprendere le pubblicazioni dei libri dell’ex leader del partito comunista, con la lettera polemica inviata al direttore Sansonetti “nostro padre non è un brand”. Ecco che ora è il partito democratico a prendere le distanze dal quotidiano, addirittura estromesso dalla festa del partito. Si chiamerà – si legge su Repubblica – ancora festa dell’Unità. Ma senza L’Unità. Niente stand del giornale, appena rinato. Niente distribuzione delle copie tra gazebo e risto-bar con salamella, come avveniva in passato, anche in tempi relativamente recenti, ogni volta che il Pd, o i Ds, hanno tentato di riportare in edicola il foglio che fu di Gramsci.

Il Nazareno di Elly Schlein – prosegue Repubblica – è sì al lavoro per rilanciare lo storico appuntamento della sinistra, che si terrà probabilmente in Romagna in solidarietà con gli alluvionati, ma si smarca dal quotidiano appena rieditato dall’imprenditore Alfredo Romeo, lo stesso proprietario del Riformista di Renzi, con Piero Sansonetti come direttore. Per capire cosa pensino della nuova Unità nella cerchia di Schlein, basta sentire cosa dice Sandro Ruotolo, responsabile Informazione e Cultura nella segreteria nazionale: “I figli di Berlinguer hanno ragione”. Molti leader politici della sinistra hanno mandato messaggi alla famiglia Berlinguer. Ma soprattutto si sono fatti sentire i vecchi militanti del Pci, che ancora ricordano cosa ha significato il giornale, bandiera e simbolo di lotte, e come lo si andava a distribuire per strada a prezzo di qualsiasi sacrificio. La lettera dei figli di Berlinguer a Sansonetti ha fatto il giro dei social, condivisa da tanti con lo slogan “Giù le mani da Enrico“.

Salvatore Monaco

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