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IL PASTICCIO DELL’AGCOM SUI CONTRIBUTI ALL’EDITORIA

Con la pubblicazione in G.U. della Delibera n. 283/11/CONS avente ad oggetto “Modifiche ed integrazioni al regolamento di tenuta del registro degli operatori di comunicazione. Misure applicative dell’art. 5 del d.p.r. n. 223 del 25 novembre 2010”, l’Agcom ha deciso, con metodi da “feudalesimo” di anticipare di un anno gli effetti del Regolamento di delegificazione previsto dal comma 1 dell’art. 44 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133. Per tutti coloro che percepiscono contributi pubblici poco più di trenta giorni per effettuare le comunicazioni dovute. Dal 31 Luglio, iniziano le ferie. Ma non per tutti a quanto sembra.
Ben sei mesi per scrivere una Delibera e poco più di un mese di tempo dato alle aziende per mettersi in regola con le comunicazioni. Ma non è tutto. Molte delle informazioni sollecitate dall’ Autorità, andranno richieste a soggetti terzi che dovranno rispondere in termini compatibili con le scadenze previste dalla delibera. Ossia subito. E che eventuali errori di comunicazione ricadranno interamente a carico delle imprese iscritte al Roc, non avendo le imprese proprietarie delle testate alcun obbligo di legge e ricadendo, di contro, ogni responsabilità sulle imprese editrici.
Sul tema si è espresso Enzo Ghionni, Presidente della File (federazione italiana Liberi editori), che ha mostrato tutto il suo disappunto in una lettera inviata al Presidente ed ai Commissari dell’Agcom: “Prendiamo atto che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha deciso di creare un doppio regime di trasparenza. Uno per i giornali di minori dimensioni percettori di contributi, e l’altro per tutti gli operatori della comunicazione. Soggetti di ben maggiori dimensioni e di maggiore complessità che utilizzano spesso beni pubblici, quali frequenze e numerazione, il cui valore di uso annuale è infinitamente più alto degli importi stanziati a favore del sostegno all’editoria. Nonostante la delibera coinvolga per una percentuale del tutto maggioritaria le imprese associate alla F.I.L.E. E l’Autorità non ha mai cercato un dialogo costruttivo con una palese dimostrazione dell’attenzione per l’editoria di dimensioni minori da parte dell’Autorità”.
E’ bene ricordare che Il regime feudale nasce nell’Alto Medioevo e trae le sue origini dal diritto germanico, basato sul concetto di “trustis” ovvero sul concetto di fiducia, a differenza del diritto romano basato sul principio di territorialità, quello germanico appunto si basa sulla fiducia che il capo della tribù ripone nei suoi guerrieri più valorosi e fedeli. Bastava un pò di buonsenso per permettere a tutti di mettersi in regola con le comunicazioni. Bastava ad esempio procrastinare il termine ultimo al 30 settembre. Nessuno avrebbe battuto ciglio. Le regole e le leggi vanno sempre rispettate. Le vacanze è giusto che le facciano tutti e non soltanto all’Autorità.
Antonietta Gallo

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