Diritto d'Autore

Il passo del gambero del Governo su diritto d’autore, conflitto di interessi e revisione legge Gasparri. Il punto

Dovevano essere settimane decisive quelle che attendevano il Governo sul recepimento della direttiva europea su diritto d’autore, conflitto di interessi e revisione della Gasparri ma sembra tutto “fermo” in attesa di tempi migliori.
Ma andiamo per ordine. Il Senato il 29 Ottobre ha approvato il ddl Europa fra cui anche l’art. 9 in materia di copyright che di fatto recepisce la legge Ue approvata il 6 giugno 2019, che ha fissato in due anni il tempo concesso ai Paesi membri per assorbire le sue disposizioni nelle legislazioni nazionali (quindi entro giugno 2021). L’articolo è stato approvato senza alcuna modifica, e ciò significa che saranno poi i decreti attuativi a stabilire punto per punto i campi di applicazione. Tra gli argomenti più spinosi su cui il Governo dovrà fare luce ci sono senza dubbio le questioni di definire il concetto di «estratti molto brevi» in modo da non pregiudicare la libera circolazione delle informazioni, definire la quota adeguata dei proventi percepiti dagli editori per l’utilizzo delle pubblicazioni di carattere giornalistico di cui all’articolo 15, paragrafo 5, della direttiva (UE) 2019/790, destinata agli autori, e definire la quota del compenso di cui all’articolo 16 della direttiva (UE) 2019/ 790 spettante agli editori nel caso l’opera sia utilizzata in virtù di un’eccezione o di una limitazione, tenuti in debito conto i diritti degli autori. Il ddl trasmesso dal Senato alla Camera è il numero C. 2757 ed è in attesa di essere discusso.
Per quanto riguarda la legge sul conflitto di interessi se da un lato è vero che la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha appena licenziato il testo (A.C. TU 702) è anche vero che lo stesso riproduce in maniera fedele quello approvato dalla Camera dei deputati nel corso della scorsa legislatura e di cui il Senato non ha concluso l’esame. Pd e 5s faticano a trovare la quadra. La partita si gioca a carte scoperte. Mentre da un lato il Presidente della Commissione Brescia fa sapere che i lavori sono sospesi, il Pd incalza sulla questione “digitale” e sulla questione dei dati sensibili che incidono sulle decisioni pubbliche e su interessi privati connessi, soprattutto dopo che l’ex ministro Padoan passerà a condurre Unicredit. Il Testo non è stato ancora calendarizzato ma potrebbero esserci novità nelle prossime settimane.
Novità più rilevanti invece per quanto concerne la revisione della Gasparri. Qui il Governo intende in breve tempo emanare una nuova norma che tuteli l’industria delle comunicazioni italiane: per scalarle servirà l’ok dell’Agcom. Questa improvvisa accelerazione è stata dovuta in parte da una sentenza emessa a settembre dalla Corte di Giustizia europea, che ha accolto il ricorso di Vivendi dichiarando contrari al diritto dell’Unione le regole che impedivano al colosso d’Oltralpe di scalare Mediaset. Il ministero dello Sviluppo economico ha preparato una disposizione o meglio un emendamento che anticiperà il riordino complessivo del settore che rientrerà molto probabilmente nella legge di bilancio. In poche parole, l’emendamento stabilirà che sarà compito dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni valutare se le probabili operazioni di concentrazione in vista possano ledere il pluralismo dell’informazione.
Allo stato attuale delle cose è molto difficile capire quando il Governo metterà mano a questi provvedimenti e l’emergenza Covid non aiuta di certo. Resta al momento tutto fermo, bloccato anche se si ha la sensazione che qualcosa possa muoversi all’improvviso. E’ il classico passo del Gambero di un Governo che pare mettere da parte litigi ed incomprensioni per accelerare improvvisamente (vedi caso Padoan e scalata a Mediaset).

Narina Pisacane

Marina Pisacane

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