Una legge francese che propone di tagliare la connessione a quegli utenti che scaricano illegalmente dal web file musicali e video ha suscitato ieri critiche tra consumatori e parlamentari dell’opposizione.
Il governo vuole bloccare il flusso di canzoni e film che circolano liberamente su Internet, privando gli artisti di profitti e minacciando al sopravvivenza delle case di produzione.
“Gli artisti hanno bisogno di guadagnarsi da vivere. Li stiamo rovinando. Dobbiamo reagire ed avere il coraggio di prenderci le nostre responsabilità”, ha detto Jean-François Cope, capogruppo del partito Ump all’Assemblea nazionale, la Camera francese.
Le compagnie discografiche sono state colpite duramente dalla pirateria su Internet negli ultimi anni e la tendenza non mostra segni di inversione. Circa il 95% della musica scaricata da Internet nel mondo lo scorso anno, oltre 40 miliardi di file, era illegale.
La legge francese prevede che chi scarica illegalmente riceva una email di avvertimento. Se lo fa di nuovo riceve un secondo messaggio. Se viene preso per la terza volta, viene privato della connessione a Internet da due mesi a un anno.
I critici del provvedimento sostengono che è difficile da applicare, che metterebbe gli artisti contro il loro stesso pubblico e che rischia di colpire ingiustamente gli utenti onesti.
“E’ un brutto testo che presenta un sacco di problemi e che mette uno contro l’altro artisti e utenti di Internet. Probabilmente non verrà mai adottato”, ha dichiarato Patrick Bloche, che al dibattito all’Assemblea nazionale parlerà a nome dell’opposizione
I gruppi di consumatori sostengono che sarebbe troppo facile per gli hacker usare indirizzi Ip di altri computer, o numeri di identificazione assegnasti agli apparecchi per connettersi a Internet, per scaricare i file.
Il provvedimento è stato approvato lo scorso ottobre in Senato ma potrebbe seguire un percorso molto più accidentato all’Assemblea Nazionale. I socialisti hanno già annunciato il loro no, mentre un gruppo di centristi solitamente alleato all’Ump è incerto. E anche alcuni parlamentari dell’Ump hanno criticato la legge.
Vincenza Petta
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