IL PAPA, L’ANTIPAPA E LA COMUNICAZIONE

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“O tempora, o mores” affermava tra gli altri Cicerone in tempi non sospetti. Oggi verrebbe da citare questo detto leggendo il duro attacco mosso dal Papa Benedetto XVI nel suo messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali contro comunicazione e pubblicità.
“Oggi, in modo sempre più marcato, la comunicazione sembra avere talora la pretesa non solo di rappresentare la realtà, ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede. Si constata, ad esempio, che su talune vicende i media non sono utilizzati per un corretto ruolo di informazione, ma per ‘creare’ gli eventi stessi” dice il Papa. Sul banco degli imputati finisce anche la pubblicità commerciale, rea, secondo il Pontefice di essere troppo spesso volgare, illusoria e di condurre le persone su sentieri pericolosi. Curiosamente le parole del Papa hanno trovato una dura risposta niente meno che nelle parole di Oliviero Toscani, per eccellenza il creativo accusato di provocare. “La pubblicità l’ha inventata la Chiesa – ha commentato il fotografo -. La Cappella Sistina che cos’è? Non è pubblicità? Per di più pubblicità ingannevole, perché nessuno ha mai provato l’esistenza di Dio, della Madonna, dei Cristi, dei paradisi, degli inferni e del Purgatorio”. Secondo Toscani “il Vaticano non è altro che una grandissima agenzia di comunicazioni, un centro di propaganda ideologica. Non produce niente. L’unico prodotto di consumo della religione cattolica sono l’acqua santa e le ostie, a costo zero”. Polemiche, quindi, che sono cadute, guarda caso, proprio nel giorno in cui lo Iap ha condannato a tempo di record una pubblicità volgare. Segno evidente che il “male e il vizio” albergano in molti messaggi, ma che nella maggior parte dei casi è sufficiente l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria.

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