Categories: Giurisprudenza

IL PACCHETTO SICUREZZA ANNUNCIATO DA MARONI ED IL DIRITTO DI MANIFESTARE IN ITALIA

Il Ministro dell’Interno Roberto Maroni ha riferito ieri in Senato sugli scontri di Roma di sabato, annunciando cinque nuove misure atte a prevenire e punire le manifestazioni violente. L’arresto preventivo così come sancito dalla legge Reale promulgata il 22 maggio del 1975 ed invocata più volte anche dal leader dell’Idv Antonio Di Pietro, risulterebbe solamente “indorato” dal responsabile del Viminale con l’introduzione della formula di fermo di polizia ed arresto obbligatorio per bloccare chi in prossimità di manifestazioni venga trovato in possesso di kit di guerriglia urbana. Un modo efficace per contrastare ciò che è stato da lui definito il rischio di futuri episodi di «terrorismo urbano». Per questo Maroni vorrebbe sfruttare il Daspo, il divieto di manifestazione agli eventi sportivi per chi abbia all’attivo almeno una denuncia oltre che la misura dell’arresto in flagranza differita (dopo massimo 48ore con la visione dei filmati da parte delle forze dell’ordine). Si tratta delle norme vigenti mutuate dal contesto calcistico ed adattabili, secondo il Ministro, anche al controllo dei cortei in piazza. Un pacchetto di provvedimenti a cui si aggiungerebbero anche altre proposte da discutere in Parlamento, come il reato associativo per chi esercita violenza organizzata nelle manifestazioni, aggravanti speciali per reati comuni, commessi in quelle occasioni e maggiori tutele per le forze dell’ordine. Misure che per alcuni giudici penalisti si presterebbero facilmente ad abusi.
Ma la proposta che fa più discutere è la pretesa di una garanzia economica da parte dei promotori di una protesta in piazza, una sorta di assicurazione per i danni eventuali provocati durante i cortei. Una misura che se venisse applicata rischierebbe di fungere più da deterrente, traducendosi in una in vera e propria tassa, peraltro già proposta dal sindaco di Roma Alemanno non molto tempo fa. Ma come possono gli organizzatori prevedere o evitare che black bloc si infiltrino in cortei pacifici?
Un deciso dissenso alle proposte è stato opposto dal presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro che ha definito «inutili» l’arresto in flagranza differita ed il Daspo ed esprimendo «un’ostilità chiara e limpida nei confronti del fermo preventivo». Il leader dell’Idv Antonio Di Pietro torna poi sui propri passi, affermando che il ripristino di una Legge Reale potrebbe compromettere «la salvaguardia dei diritti costituzionali dei cittadini», pur dicendosi d’accordo sull’idea di «mutuare le norme già vigenti per i facinorosi degli stadi alle manifestazioni politiche». Il Ministro della Giustizia Nitto Palma sembra poi stemperare i toni ricordando che «siamo usciti dal terrorismo senza leggi speciali e riusciremo nello stesso identico modo ad arginare l’area del dissenso». Dichiarazioni che però contrastano indirettamente con quanto ribadito da Maroni sui limiti dell’attuale quadro legislativo che non consentirebbe «il fermo o l’arresto di chi è solo sospettato di volere partecipare alle violenze».
Manuela Avino

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