L’editoria si muove. Il New York Times ha appena annunciato l’acquisto del quotidiano di informazione on line a pagamento The Athletic. Il valore dell’operazione è di 550 milioni di dollari, un importo importante.
Lasciamo all’informazione finanziaria i dettagli dell’operazione. Il tema che merita una riflessione è un altro. Un colosso come il New York Times, da anni orientato al digitale, acquista un giornale telematico di nicchia per un importo importante, nonostante i conti della società target non siano floridi. I grandi numeri, concentrazioni, il mercato pubblicitario, l’informazione che cambia. Mai come questa volta non è così.
Il quotidiano americano ha dimostrato interesse nell’operazione per gli abbonamenti a pagamento del The Athletic: oltre un milione di abbonati. Lettori, quindi, interessati al prodotto editoriale, non perché libero, ma perché ben fatto.
Nessun algoritmo, magia, seo o sem; qualità nell’informazione che produce domanda. Il futuro dell’informazione è proprio in quella direzione, smarcarsi dal concetto della gratuità dei contenuti, standardizzando i contenuti, copiando, cicciando e ricicciando, ma riprendere in mano l’essenza stessa dell’editoria che è cultura, conoscenza, analisi, capacità critica. Elementi che richiedono, ognuno, competenze, risorse, uomini. Il mezzo, cartaceo o digitale, conta fino ad un certo punto. Per i prodotti di qualità esiste un mercato. Lo dice il mercato stesso.
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