Il New York Times punta sull’intelligenza artificiale e lo fa ingaggiando un super-esperto. Si tratta di Zach Seward, già cofondatore di Quartz. Sarà assunto in veste di direttore editoriale con l’incarico di guidare e supervisionare tutte le attività che il New York Times intenderà portare avanti sul fronte dell’intelligenza artificiale. A riportare la notizia è stato il Wall Street Journal. A cui il Nyt ha riferito che all’interno della redazione “si formerà un piccolo team” deputato a “sperimentare strumenti di intelligenza artificiale e idee di prototipi”. Un lavoro che, sperano gli editori del quotidiano liberal, “aiuterà a progettare programmi di formazione sull’intelligenza artificiale per i giornalisti”. Ma in America, dove la stampa rimane ancora una cosa seria, non si scherza. Il recentissimo caso di Sports Illustrated e dell’editor Ai lo dimostra. La gente, i lettori, non vogliono leggere contenuti elaborati da un algoritmo e men che mai sono disposti a lasciarsi intortare da programmi che fingendosi umani (come il signor Drew Ortiz) inanellano strafalcioni senza sosta.
La premessa, infatti, è di quelle dirimenti. Il New York Times, infatti, ha specificato al Wsj di condividere con lo stesso Seward “la nostra ferma convinzione che il giornalismo del Times sarà sempre riportato, scritto e curato dai nostri giornalisti esperti”. Insomma, non ci sarà una carneficina come quella annunciata, in Europa, da Axel Springer che, con una semplice linea o meglio ancora con un clic, ha mandato a casa un’intera redazione in carne e ossa per sostituirla con accrocchi digitali.
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