Usigrai bacchetta i partiti. E denuncia: oltrepassato ogni livello di spudoratezza. Le discussioni sul futuro e i nuovi assetti dell’azienda Rai hanno fatto arrabbiare, e non poco, i sindacalisti Usigrai. E torna a parlare di “partitocrazia”, un termine che ricorda da vicino le antiche battaglie radicali di Marco Pannella sul servizio pubblico tra gli anni ’70 e ’80.
Una dura nota dei sindacalisti Rai che si risolve in un accorato appello al premier Draghi. Usigrai denuncia. “Siamo ormai oltre i livelli di ogni spudoratezza. Le discussioni intorno alla Rai sono apertamente di distribuzione di posti e poltrone da assegnare ai partiti”. E ancora. “Così abbiamo assistito alla protervia dei partiti di maggioranza che hanno voluto fare bottino pieno in Cda. Ad alcuni di loro di ergersi a garanti di altri partiti. E ora siamo alla distribuzione dei posti con compensazioni a suon di nomine e poltrone”. Un riferimento, nemmeno troppo velato, alla pronuncia della Commissione di ieri sulla ratifica a Marinella Soldi. “Aggravata dallo scambio per assicurarsi i 27 voti necessari in Vigilanza per ratificare la nomina della presidente. Uno spettacolo indecoroso che urla l’urgenza della riforma della Rai”.
L’appello al presidente del consiglio è dunque, secondo Usigrai, inevitabile. “Il nodo è che a farla (la riforma ndr) dovrebbero essere gli stessi che oggi la stanno spolpando come un bottino di guerra. E infatti fino a oggi, tranne qualche eccezione, nessuno si è realmente speso per andare oltre gli slogan e approvarla”. E quindi. “Rivolgiamo un appello al Presidente del Consiglio Mario Draghi a dare una indicazione forte e chiara ad avviare oggi stesso il percorso di riforma, affinché si assicuri almeno al prossimo vertice Rai l’indipendenza necessaria a sottrarla a questo scempio che si ripete, in forma sempre peggiore, da decenni”. Infine un “sms” anche a Carlo Fuortes. “Infine, ci auguriamo che il neo amministratore delegato della Rai sappia scrollarsi di dosso questa camicia di forza partitocratica che è sempre stata l’unico vero ostacolo al cambiamento del Servizio Pubblico, la garanzia per i conservatori di ogni colore”.
Infine un altro messaggio. Indirizzato direttamente al neo presidente Marinella Soldi. A cui Usigrai ha augurato “buon lavoro. Il Cda ha scelto lei, e la Commissione di Vigilanza ha ratificato. Quindi, rispettiamo la scelta. Ma, senza alcun giudizio sulla persona, resta da parte nostra la preoccupazione per una legge che consente di nominare Ad e Presidente 2 persone scelte entrambe dal governo e di far cadere nel controllo esclusivo dei partiti di maggioranza l’intero Cda. E di far tutto questo senza neanche un minimo dibattito sul mandato, e in generale sulla missione della Rai Servizio Pubblico”.
E ancora. “Vista l’autorevolezza delle persone scelte, ci auguriamo che sia Ad che Presidente sappiano lasciare fuori dai cancelli di Viale Mazzini il peso e i condizionamenti che hanno portato a queste indicazioni”. E infine. “Così come chiediamo ai partiti di esprimersi in maniera netta e pubblica sull’autorizzare che la Commissione VIII del Senato possa lavorare in sede deliberante, unico sistema per assicurare un percorso rapido per la riforma della governance”.
L’era della regia unica sta per volgere al termine: l’Agcom mette nel mirino la gestione…
Maurizio Gasparri coglie la palla della sanzione Ue a Meta per ritornare sulla vicenda web…
Stangata Ue a Meta: Mark Zuckerberg dovrà pagare 800 milioni, per la precisione sono 797,…
Una recente risoluzione del Parlamento europeo, che alleghiamo, si è espressa sullo Stato di diritto…
Se ne parla tra sette giorni: mercoledì 20 novembre è convocata la commissione parlamentare di…
Manovra, Forza Italia scende in campo per tutelare e sostenere il pluralismo dell’informazione. E lo…