Cos’è il piano Olivetti? Lo spiega in audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta il ministro alla cultura Alessandro Giuli. Le cifre, innanzitutto: 34 milioni di euro. Di questi, trenta serviranno alle biblioteche di prossimità, tre per le biblioteche giovanili e un milione per aiutare librerie e punti vendita nei piccoli centri. Il ministro ha spiegato che l’obiettivo del Piano Olivetti sarà quello di “favorire lo sviluppo della cultura come un bene comune, accessibile e integrato nella vita delle comunità locali”. Dunque è passato il ministro a sciorinare le cifre e l’uso che il governo intenderà farne: “Il Piano si basa un investimento straordinario di 34 milioni di euro a supporto delle editorie e delle biblioteche. Trenta milioni di euro per l’acquisto di libri da parte di biblioteche storiche e di prossimità, 3 milioni di euro per l’apertura di biblioteche da parte degli under 35, 1 milione di euro per sostenere la vendita di libri nei piccoli centri abitati con meno di 5mila abitanti destinato anche ad altri servizi commerciali purché questa attività rappresenti almeno il 30% del loro fatturato globale e purché facciano sempre capo a imprenditori con meno di 35 anni”.
Perché? Molto semplice, per il ministro Alessandro Giuli: “Le biblioteche non sono semplici luoghi di conservazione della memoria storica, ma sono dei presidi di civiltà diffusi sul territorio ancorché in modo discontinuo. Sono spazi vitali di inclusione di educazione civica di formazione specialmente per i giovani e le persone meno abbienti le biblioteche sono realmente l’infrastruttura culturale più diffusa in Italia e costituiscono un capitale sociale inestimabile luoghi”. Del resto, i dati Aie hanno riferito che lo stato del patrimonio librario italiano è alquanto deficitario e che c’è un divario sostanziale, l’ennesimo, tra Nord e Sud. Giuli sottolinea proprio la volontà di ricucire i problemi di un Paese sempre più diviso: “Promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne svantaggiate con particolare attenzione alle marginalità sociali ed economiche, al degrado urbano alla denatalità”. E dunque: “Valorizzare le biblioteche quali strumenti di educazione intellettuale e civica ma anche di aggregazione e connessione al tessuto sociale promuovendo la filiera dell’editoria libraria”.
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