E’ in corso il rilascio delle assegnazioni definitive dei diritti d’uso alle televisioni nazionali da parte del ministero dello Sviluppo. A ruota dovrebbero seguire le televisioni locali, a partire dalla Liguria. È un atto previsto dalla legge, ma vi sono cinque o sei buoni motivi per non affrettare i tempi come si sta facendo. Mentre, tra l’altro, la nuova Agcom non si è ancora in-sediata: il consigliere Nicola D’Angelo, in carica con quella uscente, ha scritto una lettera per denunciare come tale assegnazione comprometta il futuro dello spettro nazionale.
L’assegnazione “definitiva” è prevista dalla legge 220 del 31 dicembre 2010, la finanziaria di Giulio Tremonti, precisata dalla 75 del 2011. Entro il termine previsto per il passaggio al digitale in tutte le regioni, fissato al 30 giugno di quest’anno (si è andati qualche giorno più in là), il Ministero rilascia tali autorizzazioni. Con le nuove direttive europee recepite anche dall’Italia è in vigore la neutralità tecnologica: chi, come Mediaset, ha un multiplex autorizzato a trasmettere per lo standard DVB-H, destinato ai telefoni cellulari e ormai defunto, potrà ottenere in brevissimo tempo quella per trasmettere in DVB-T e arrivare a tutti i televisori.
Il primo dei motivi per cui sarebbe stato meglio, da parte del Ministero, attendere prima di rilasciare autorizzazioni per vent’anni (la tv è equiparata alle Tlc) che congelano l’uso dello spettro – nonostante la clausola di salvaguardia inserita nelle autorizzazioni – è il mancato coordinamento internazionale con i paesi confinanti. Si rischia di autorizzare frequenze, come quelle che ha il gruppo l’Espresso sull’Adriatico, che non saranno mai “registrate” a Ginevra, ovvero riconosciute a livello internazionale, senza l’accordo della Croazia. Chi ha frequenze già “coordinate” a Ginevra non avrà questo problema.
Secondo: appare impossibile assegnare alle tv locali le frequenze definitive quando molte di loro ancora occupano, nelle regioni passate al digitale prima della fine del20io, escluse Sardegna e Val d’Aosta, frequenze i cui diritti d’uso sono stati venduti all’asta alle compagnie telefoniche e non sanno ancora su quali trasmetteranno. Terzo: la Rai ha delle frequenze non coordinate: se le avrà assegnate sarà la prima volta che non potrà registrarle a Ginevra. Questo, mentre in molte regioni passate al digitale la ricezione dei canali Rai è spesso proibitiva è di ieri la denuncia del presidente della Basilicata). Sarebbe urgente, prima di procedere alle assegnazioni definitiva, sistemare le frequenze utilizzate dalla Rai. Quarto: ci sono situazioni di contenzioso aperto: Europay ha ottenuto dal Tar Lazio – il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Ministero – il rispetto dell’accordo siglato con il Ministero stesso che le assegna frequenze integrative rispetto al canale 8 VHF, necessarie a coprire l’intera popolazione.
Un altro motivo, forse il principale, è che, la banda 700 Mhz è stata destinata, in sede internazionale, ad essere utilizzata anche per la banda larga mobile a partire dal 2015. Senza quei canali si ridurrebbero di un terzo quelli a disposizione della tv terrestre. Un’assegnazione ventennale a chi vi opera renderà difficoltosa la loro destinazione alla banda larga. Assegnare canali “equivalenti” a chi vi opera, per fare un’altra gara, vorrebbe dire rivedere tutti i criteri di assegnazione alle tv, compresa la riserva di un terzo alle locali.
Dalle macchine all'algoritmo: John Elkann è stato nominato nuovo membro del cda di Meta. Che…
Innanzitutto, buon anno a tutti. Ci fa piacere iniziare questo 2025 con una buona notizia…
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 305 del 31 dicembre 2024 è stata pubblicata la legge 30 dicembre…
La chiave per leggere il presente, per garantire un futuro alla democrazia, per il presidente…
Innanzitutto, buon anno a tutti. Ci fa piacere iniziare questo 2025 con una buona notizia…
Ricordiamo che entro il prossimo 31 gennaio 2025, le imprese editrici di testate che accedono…