Il decreto Milleproroghe, approvato nei due passaggi parlamentari con la fiducia, anche in terza lettura a Montecitorio seguirà la stessa strada. Questa mattina l’esecutivo ha, infatti, posto alla Camera la questione di fiducia nel testo delle commissioni identico a quello di Palazzo Madama. I termini di conversione del decreto – già approvato una prima volta dalla Camera poi dal Senato con qualche modifica – scadranno lunedì prossimo.
In commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Montecitorio sono stati presentati 563 proposte di modifica, 500 solo da parte della Lega Nord. Emendamenti respinti, come ha spiegato il presidente della Bilancio Giancarlo Giorgietti, perché «in caso di testi già approvati dalla Camera e modificati dal Senato, la Camera può deliberare solo sulle parti modificate e le proposte emendative possono riferirsi ed essere conseguenti esclusivamente alle medesime».
A questo punto il testo, giunto in Aula a Montecitorio, si compone di 46 articoli. L’articolo 21 prevede che, fino al 31 dicembre 2013, le tariffe per la spedizione postale individuate con decreto del Ministro dello sviluppo economico 21 ottobre 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 274 del 23 novembre 2010, si applicano anche alle spedizioni di prodotti editoriali da parte delle associazioni e organizzazioni senza fini di lucro iscritte nel Registro degli operatori di comunicazione (ROC) e delle associazioni d’arma e combattentistiche. In tal caso si prescinde dal possesso del requisito di cui all’articolo 2, comma 1, lettera b), del citato decreto-legge n. 353 del 2003 e cioè, per i periodici, che i relativi abbonamenti siano stati stipulati, a titolo oneroso, direttamente dai destinatari, per una percentuale inferiore al 50 per cento del totale degli abbonamenti.
Il decreto, inoltre, rinnova, anche per il 2012, la convenzione tra Radio Radicale e il Ministero dello sviluppo economico. All’onere, pari a sette milioni di euro, si provvede mediante corrispondente riduzione del cosiddetto “Fondo Letta” (articolo 7-quinquies, comma 1, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33) destinato, dalla manovra salva-Italia, a finanziare i contributi all’editoria.
Ricordiamo che, durante il suo iter, il ddl ha visto ripetutamente bocciati tutti gli emendamenti sul ripristino dei fondi per l’editoria. Anche quelli sostenuti da quasi tutte le parti politiche (Pdl, Pd, Idv e Fli) per chiedere di autorizzare la spesa di 100 milioni di euro per l’anno 2012 al fine di «assicurare la necessaria continuità degli interventi a sostegno dell’editoria». Tuttavia, la Commissione Cultura ha dato parere favorevole chiedendo che «Nelle more del riordino del sistema di interventi in favore dell’editoria e del sistema radiotelevisivo locale, sia definito l’impegno finanziario in favore di tali settori, al fine di garantire il pluralismo dell’informazione e assicurare gli attuali livelli occupazionali»