Il Mattino cambia sede. FNSI e SURG “Decisione preoccupante”

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Il Mattino cambia sede, giornalisti in stato di agitazione permanente. Il  18 aprile  il  capo dell’amministrazione Massimo Garzilli  ha comunicato al CDR il cambio di sede  del quotidiano  dalla storica sede di via Chiatamone  al centro direzionale di Napoli. Secondo un ex componente del Comitato di redazione de Il Mattino il trasferimento del quotidiano  “ è l’anticamera della chiusura. L’intenzione  aziendale   è quella di trasferire il giornale in un immobile  di proprietà dell’editore Torre Francesco. Negli ultimi due anni il Mattino ha attuato una politica di tagli, ridimensionato l’organico e messo in  prepensionamenti e cassa integrazione a rotazione molti giornalisti. I giornalisti hanno dichiarato all’unanimità lo stato di agitazione permanente e autorizzato il cdr di adottare tutti gli strumenti di lotta per risolvere la crisi. “Si mette in discussione la centralità sia geografica  che culturale del quotidiano e quindi il suo rapporto con la città.  L’assemblea dei redattori  dichiara all’unanimità lo stato di agitazione permanente  e da mandato al cdr  di mettere in campo tutti gli strumenti di lotta per risolvere la crisi”. Nel 2009 la redazione  dello storico giornale era formata da cento giornalisti, oggi ne conta una sessantina e le vendite sono scese sotto le 30.000 copie. Nello stesso anno il Mattino ha licenziato 24 giornalisti,   nel 2012  ci sono stati nuovi tagli  e la redazione è scesa  a settanta nove unità. Un grande ridimensionamento per il quotidiano che nel 1992 contava 154 redattori e 298 poligrafici . Nelle ultime settimane sono stati prepensionati due firme storiche del  quotidiano, Pietro Treccagnoli e Rosaria Capacchione, la cronista giudiziaria sotto scorta  perché minacciata dal clan dei Casalesi, rientrata nella redazione del quotidiano dopo aver ricoperto il ruolo di senatrice del PD. La giornalista, ex membro della Commissione  parlamentare antimafia  a Palazzo Madama, ora collabora  per giornali online, L’Huffington post e Fanpage. Tre anni fa il settimanale on line Iustitia  fu il primo a dare  la notizia dell’intenzione dei vertici del quotidiano di trasferire la sede  del Mattino al centro direzionale, sorte toccata  anche al   giornale romano di Caltagirone Il Messagero a Roma, trasformato in un negozio di lusso. Nei giorni scorsi  nessuna istituzione locale , dopo la notizia dello spostamento,  è scesa in difesa  del quotidiano napoletano in via Chiatamone dal 1962. Il sindaco De Magistris non ha  espresso alcuna preoccupazione per lo stato di crisi  del quotidiano napoletano,  in rottura con l’Editore Caltagirone per la vicenda ex Italsider. Il 13 Aprile  una trentina di collaboratori, corrispondenti da Belluno, Venezia e Rovigo hanno scioperato contro la decisione dell’Editore di ridurre i pagamenti del 10, 15% e abbassare  i compensi  degli  articoli  a una cifra  di 19 euro. Solidarietà ai giornalisti è stata espressa  invece da  FNSI  e SURG. “Esprimiamo preoccupazione per la decisione del Mattino spa di rinunciare alla sede storica del giornale di via Chiatamone”- si legge nella nota congiunta del Sindacato Unitario Giornalisti della Campania e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana”. “ La decisione – spiegano – arriva mentre è ancora in corso un doloroso piano di tagli che ha visto licenziamenti  del personale poligrafico e uno stato di crisi che ha portato a oltre venti uscite tra prepensionamenti ed esodi incentivati, tra giornalisti. Il sindacato è al fianco di colleghi che hanno proclamato lo stato di agitazione ed è pronto a sostenerli in qualsiasi iniziativa vorranno intraprendere”.

 

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