Il Manifesto esce in Grecia ma è un plagio di destra

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Il Manifesto esce in Grecia ma tutto è tranne quello originale, italiano e comunista. Il giornale ellenico riprende lo stesso nome e gli stessi caratteri della storica testata della sinistra ma si colloca su posizioni di destra. Unica differenza, grafica, è la scelta di sostituire all’articolo determinato italiano “il” quello greco “to”. Per il resto anche la grafia scelta per la testata non è quella in caratteri greci bensì latini.

La questione non è di poco momento. Si tratta di un vero e proprio plagio, per di più con la beffa di intitolare un giornale che tutto è tranne che in linea con l’impostazione originale di quello italiano. La cui storia, riconoscibilissima, è schierata su posizioni di sicuro differenti da quelle propugnate, difese e sostenute dalla testata che invece circola nel Paese ellenico. La vicenda, con ogni probabilità, finirà davanti a un tribunale.

Anche perché la redazione de Il Manifesto (quello vero…) ha intenzione di andare fino in fondo. Non ci sono soltanto questioni commerciali e di proprietà intellettuale da difendere; c’è una storia politica e culturale da tutelare. Pertanto in un lungo articolo, apparso proprio sulle colonne del quotidiano comunista, si è chiesto espressamente ai lettori di non acquistare il giornale nel caso in cui si trovassero in vacanza, o per altre ragioni, in Grecia.

La ricostruzione dei fatti è stata firmata da Giansandro Merli e da Dimitri Deliolanes che hanno scritto ai lettori del Manifesto: “Se quest’estate andate in vacanza in Grecia e vi capita di vedere appeso nelle edicole un giornale che ha nome e logo uguali a quello che avete tra le mani non compratelo. Non abbiamo allargato la diffusione o deciso di tradurre i nostri articoli. C’è stato un plagio in piena regola”. Il quotidiano, che è uscito nelle edicole greche nel 2019, per lungo tempo è rimasto solo un sito online. Poi, negli ultimi mesi, il quotidiano è stato rilanciato con una massiccia campagna pubblicitaria ed è tornato anche in forma cartacea.

E ancora: “Sfogliando ‘to manifesto’, infatti, non si trovano cronache, reportage, inchieste, ma solo pezzi di opinione e polemica politica che da un lato celebrano il primo ministro ellenico Kyriakos Mitsotakis e la sua compagine, dall’altro attaccano senza tregua l’opposizione guidata da Alexis Tsipras e Syriza”. Insomma, oltre al danno anche la beffa. Ma Il Manifesto ha deciso di andare fino in fondo e punta, con forza, a far valere le ragioni sue, della sua storia e del suo lungo e appassionato lavoro.

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