“Il manifesto in liquidazione coatta: una notizia che mai avremmo voluto sentire e che conferma quanto da tempo in tanti andiamo denunciando. In Italia il pluralismo e la libertà di informazione stanno subendo un colpo pesantissimo. Non è più sufficiente parlare di ‘rischio’, come abbiamo fatto per mesi, illudendoci che il fondo per l’editoria, come era stato promesso, venisse almeno in parte ripristinato. Dobbiamo purtroppo prendere atto che la volontà politica di assegnare le risorse indispensabili per consentire a più di cento testate di sopravvivere non c’è. Hanno già chiuso giornali locali, ha chiuso Liberazione, e il manifesto si trova in una situazione difficilissima, forse la più drammatica della sua storia pur travagliata. La nostra democrazia, già così malconcia, non può permettersi di perdere una voce che va considerata parte fondamentale del suo patrimonio storico e che ha rappresentato negli anni, per più di una generazione, un punto di riferimento politico, civile e culturale. Il Governo non può aspettare. Deve intervenire adesso, in queste ore, dando seguito agli ordini del giorno approvati dal Parlamento, all’appello del Capo dello Stato, agli interventi dei sindacato dei giornalisti e di tutti coloro, associazioni o singoli cittadini, che da mesi denunciano gli effetti perversi dei tagli al fondo per l’editoria su un diritto costituzionalmente sancito. Ci auguriamo che intorno alla vicenda del manifesto si determini la più ampia solidarietà, che si levi un’indignazione diffusa, che finalmente il Governo adotti quelle misure indispensabili per consentire a questo giornale e alle altre testate in crisi di continuare a vivere. Da parte nostra chiederemo a tutta la rete Arci di dare, ognuno per quello che può e nelle forme che ritiene, un sostegno concreto perché questa voce non si spenga”. E’ quanto dichiara in una nota Paolo Beni, presidente nazionale Arci.
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