Il M5s scende in campo per la fiction “Un Posto al Sole”. E propone una interrogazione parlamentare per evitare il cambio d’orario alla trasmissione della telenovela di Raitre. Un “caso” che era stato sollevato nei giorni scorsi anche da numerose indiscrezioni in rete. Secondo cui, la soap avrebbe dovuto cedere il posto a un nuovo programma di approfondimento e d’informazione, slittando al tardo pomeriggio.
Un deputato del M5s ha annunciato l’interrogazione a Mario Draghi. A cui non bastano i già (troppi) grattacapi che gli dà il governo: dovrà anche farsi carico dell’orario della soap. Il parlamentare campano ha spiegato di temere che “l’appuntamento di riferimento per tantissime famiglie italiane” rischia ora “di subire un’inevitabile crisi di ascolti a seguito della decisione di spostare l’orario di messa in onda delle 20.45, per fare spazio all’ennesimo talk politico”.
E dunque, ha puntato l’indice. “La Rai non è un’azienda privata e non può non tener conto del gradimento di tantissimi spettatori fidelizzati alla fiction, né si può rischiare di minare una produzione che da oltre un quarto di secolo rappresenta uno zoccolo duro nel palinsesto di Rai 3, per sostituirla con un talk il cui gradimento non è affatto scontato”.
Certo, fa impressione che sia proprio il M5s a difendere un prodotto televisivo d’intrattenimento. Dopo anni e anni passati a martellare contro la tv. Ma tant’è. E il parlamentare M5s ritiene addirittura che senza “Un Posto al Sole” potrebbe darsi un contraccolpo negativo persino al turismo a Napoli. Sarà anche vero che viviamo tempi oscuri e banali ma forse è troppo ritenere che flotte di turisti si affollino per le strade della città nella speranza di incontrare il portiere Raffaele Giordano.
“Sostengo pienamente la linea portata avanti in questi giorni dalle sigle sindacali secondo cui un’eventuale crisi della fiction rischierebbe di assestare un colpo fatale agli studi Rai di viale Marconi, senza dimenticare quanto, in termini di immagine, “Un posto al sole” impatti da anni positivamente sull’indotto locale, rilanciando il ‘prodotto Napoli’ in termini di attrattività turistica”.
Peccato che l’unica e forse davvero pregnante considerazione, il deputato M5s non l’abbia formulata per iscritto. Cioé quella inerente il futuro del centro di produzione Rai di Napoli. La vera questione che si trascina ormai da qualche anno è questa. Dal momento che viale Mazzini da tempo sta depotenziando le sedi dislocate come già denunciato, tempo fa, dalle sigle sindacali.
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