A quanto pare le proteste arrivate in questi giorni dal mondo della stampa, di fronte alla decisione del governo di tagliare nettamente i contributi diretti all’editoria, salvando quelli indiretti (di cui godono principalmente i grandi gruppi come Mondadori, Sole 24 Ore e Corriere della Sera), non sono servite a molto. Nell’incontro che si è tenuto ieri a palazzo Chigi con il presidente, il segretario e il direttore della Fnsi, Franco Siddi, Roberto natale e Giancarlo Tartaglia da una parte e Bonaiuti e Mauro Masi, direttore del dipartimento per l’editoria dall’altra, è stato confermato, per il prossimo anno, un taglio ai finanziamenti pubblici in linea con il contenimento previsto della spesa pubblica. Si tratta, per le testate organi di movimenti politici e cooperative, della riduzione del 19% del finanziamento pubblico. Bonaiuti ha anticipato anche l’intenzione del governo di alleggerire i tagli al settore, compatibilmente con l’andamento complessivo della finanza pubblica. Secondo un editoriale di Liberazione la misura della manovra ridurrà in modo sostanziale il finanziamento a testate come la stessa Liberazione, Manifesto, L’Unità, Padania, Il Secolo, Europa e Avvenire, che rischiano la chiusura nel giro di pochi mesi.
Fabiana Cammarano
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