Il gip del tribunale di Bari, Sergio Di Paola, ha respinto la richiesta della procura di revocare il provvedimento di arresto per Valter Lavitola, latitante dal primo settembre scorso. Il giudice ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza per il reato di induzione a mentire, al contrario di quanto sostenuto dal procuratore aggiunto del tribunale pugliese Pasquale Drago. E ha condiviso la ricostruzione dei fatti del tribunale del riesame di Napoli.
Il 12 ottobre la pubblica accusa aveva chiesto la revoca per mancanza dei gravi indizi. Il faccendiere è indagato per induzione a rendere false dichiarazioni ai pm, nell’ambito dell’inchiesta sulle escort che coinvolge il premier Silvio Berlusconi. Il tribunale del riesame del capoluogo partenopeo ha infatti così modificato il capo di imputazione, che in prima battuta era estorsione ai danni del presidente del Consiglio.
Il pm di Bari, Pasquale Drago, dovrebbe, quindi, chiedere al gip l’emissione di un provvedimento di cattura per il direttore dell’Avanti entro il 13 ottobre, perché il 16 ottobre perderà efficacia il provvedimento cautelare emesso dalla magistratura napoletana. Allineandosi alle conclusioni del giudice, il pm Drago è chiamato a sostenere che a carico di Lavitola vi sono i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari, essendo Lavitola latitante. (Lettera43)
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