Solo il 33,7% delle ricerche online compiute dai giapponesi usa Google, mentre il 56,5% preferisce il suo rivale storico, Yahoo!. Il flop di Google nel paese del Sol Levante si spiega con un clamoroso shock culturale.
Alcuni ingredienti che negli Stati Uniti e in tutto l’Occidente hanno contribuito al successo di Google, in Giappone gli sono valsi al contrario una tenace diffidenza. E’ il caso di “Street View”, il servizio di mappatura fotografica di tutto il pianeta. Solo in Giappone, questo giacimento di immagini delle città è stato subissato di critiche.
In un paese che ha un rispetto maniacale per la privacy, irrita l’intrusione di Google nei quartieri abitati, con video e foto che entrano nelle case private. Tanto più che le città nipponiche, Tokyo inclusa, nei quartieri residenziali hanno strade molto più strette che in America, e quindi le riprese immortalate su Google sono inevitabilmente più “intime”.
Lo stesso vale per la mappatura dal cielo, le foto satellitari che Google aggiorna costantemente. In questo caso ad aver indignato molti giapponesi è la “profanazione” dei quartieri dove vivono gli intoccabili (anche se è meno noto che in India, il Giappone ha le sue caste inferiori, che praticano mestieri considerati impuri).
A protestare sono stati i difensori dei diritti umani: secondo loro le mappe di Google possono essere facilmente utilizzate per identificare le famiglie che vivono nei quartieri degli intoccabili, violando anche in questo caso il loro diritto alla riservatezza, e magari il diritto dei loro figli a un futuro migliore.
(Repubblica.it)
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