IL GIALLO DEI NUMERI SUGLI ESODATI E LA PROPOSTA DEI LAVORATORI SULLE PENSIONI

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È giallo sul numero di esodati del nostro paese, dopo la diffusione ieri di una relazione dell’Inps secondo cui il numero ufficiale sarebbe superiore a 390.000, di gran lunga superiore ai 65.000 di cui parlava il ministro Fornero.
La relazione Inps è chiaramente un pretesto per esprimere un malcontento della categoria mai sopito che chiede con urgenza un incontro con Mario Monti.
Lo ribadisce il segretario della Cisl Raffaele Bonanni che spinge per una rettifica del ministro Fornero sul numero degli esodati, perché in ballo ci sono le esistenze di migliaia di persone rimaste fuori dal mercato del lavoro che dopo anni di professione rischiano di non vedersi corrisposta la pensione che spetta loro.
L’Inps ha tentato una difesa del Governo affermando che il numero di 390.000 riguarderebbe tutti i lavoratori che da qui ai prossimi anni saranno esodati, un arco temporale che va fino al 2017 e durante il quale ci potrebbero essere ulteriori cambiamenti strutturali.
Rimane ad ogni modo il sospetto che l’Inps fosse già al corrente della situazione da tempo ed è dimostrato da un’audizione parlamentare del direttore generale dell’istituto previdenziale, Mauro Nori, svoltasi lo scorso aprile e in cui, escludendo i lavoratori soggetti a regime di contribuzione volontaria si faceva la cifra di 130 mila lavoratori da coprire.

Ma quello che chiedono ora i sindacati attraverso Susanna Camusso è maggiore trasparenza nell’affrontare la delicata questione, in vista della quale si prospetta la possibilità di uno sciopero generale contro il Governo.
Il nodo esodati andava affrontato con più calma ed attenzione, sembra che il Governo abbia fatto una corsa contro il tempo per tappare ogni buco ma lasciando perdite non riparate.
Ma una soluzione ci potrebbe essere e arriva dai lavoratori stessi, istituire un Osservatorio presso l’Inps che ogni anno, valutando la situazione reale del mondo del lavoro, comunica al governo il numero di pensioni da erogare.
Il Governo farebbe bene a valutare la proposta perché la categoria dei lavoratori è al momento davvero inasprita.

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