S&P sembra meno entusiasta degli investitori. In un rapporto l’agenzia di rating ha spiegato che la cessione del quotidiano “ha un impatto modesto” sul profilo di rischio della società. Restano le preoccupazioni legate alla divisione che si occupa di educazione. L’outlook resta negativo con una performance operativa che, dice S&P, continuerà il suo declino. Mentre inizia il tam tam sul futuro nome della società quotata c’è chi ha già iniziato a fare i conti sulle varie attività del gruppo. Kaplan continuerà ad essere il business principale con i suoi corsi, anche online, e i campus universitari. Le sfide non mancano visto che ci sono sempre meno iscritti e i ricavi sono scesi dell’1% nel secondo trimestre del 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012 a quota 548,2 milioni di dollari. La divisione ha chiuso il 2012 con ricavi per 2,2 miliardi di dollari, in calo del 22% sul 2010. Dopo Kaplan, le attività principali del gruppo sono quelle legate al business della TV con Cable One e Post-Newsweek Stations, che possiede sei canali locali tra Texas, Michigan e Florida. Sono proprio queste stazioni tv locali ad avere registrato nel 2012 l’anno più redditizio, merito delle elezioni presidenziali e le Olimpiadi dell’estate scorsa. La società aveva già avvertito alla chiusura dello scorso anno fiscale: la divisione “avrà profitti in calo nel 2013”, ma dovrebbe comunque fare meglio del 2011, l’ultimo anno in cui non ci sono state elezioni politiche. Ci sono poi due investimenti effettuati nel corso dell’ultimo anno: una quota di maggioranza in Celtic Health, gruppo che fornisce servizi per la cura della persona a domicilio e l’acquisizione di Forney, che produce componenti per bolier industriali.
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