In un documento riservato consegnato questa mattina ai sindacati dei lavoratori Rai, il direttore generale della Rai, Mauro Masi, mette un punto fermo sulle polemiche provocate dal mancato accordo tra Rai e Sky sulla permanenza delle reti RaiSat sulla piattaforma del network satellitare di Murdoch.
“Se avessimo accettato le condizioni di Sky – spiega Masi – avremmo ‘svenduto’, anzi ‘regalato’, a Sky tutta l’offerta della Rai in aggiunta ai canali di RaiSat. Sarebbe stato, quello sì, un atto contrario agli interessi ed alla tutela del servizio pubblico e non come alcuni sostengono, un ‘favore’ a Mediaset o al Presidente del Consiglio”.
“Le alternative – sostiene Masi nel documento – erano due: mantenere il perimetro dell’offerta sulla base del contratto in vigore – cioè regolare contrattualmente i canali di RaiSat come è sempre avvenuto – oppure valorizzare economicamente e congruamente tutti gli altri canali richiesti da Sky: non hanno accettato né la prima né la seconda condizione. Se avessimo accettato le loro pretese – sottolinea il direttore generale nel documento – la Rai avrebbe fornito gratuitamente alla piattaforma satellitare a pagamento la ‘chiave’ per accedere a tutta la nostra offerta ed utilizzarla come traino per le proprie attività commerciali connesse alla ricerca di nuovi abbonati. Proprio nel momento in cui, con le fasi di switch over e di switch off per la transizione al digitare terrestre, il pubblico televisivo diventa più contendibile”.
Sky si è “impuntata”, ha spiegato Masi, “nel volere anche Raiuno, Raidue, Raitre, Rai4, Rai News24, Rai Sport+, RaiStoria, RaiGulp e tutti i nuovi canali free che sarebbero stati messi in cantiere nei prossimi sette anni”. L’utilizzo gratuito di tutti questi canali avrebbe significato per Sky “una situazione di privilegio con un effetto traino per la propria piattaforma pay. Buona parte dell’utilizzo della piattaforma Sky è finalizzato alla fruizione delle reti generaliste Rai, senza le quali la piattaforma perderebbe la sua attrattiva quale universo digitale completo e unico”. “E’ stato giusto ed indispensabile”, rivendica Masi, porsi il problema di una “congrua valorizzazione” dei canali Rai “o della prosecuzione o meno di questo rapporto. La necessaria valorizzazione della presenza dei propri canali generalisti, tematici e semitematici sulla piattaforma commerciale con una proposta congrua al ‘peso’ dei canali stessi, così come avevo riferito in CDA prima ancora di avere mandato a trattare, è stata però rifiutata da Sky”.
“I 50 milioni l’anno offerti da Sky per i canali di RaiSat e per tutti i canali free della Rai significano intanto un margine, un utile netto, di meno di 20 milioni di euro l’anno a livello di Ebit consolidato. Quindi è giusto ridimensionare i termini della questione”, conclude Masi, che nel documento tiene a precisare anche che per la Rai “Mediaset era e resta un competitor Rai. Lo era nell’ambiente analogico e lo è tuttora nell’ambiente digitale. E’ che nel frattempo i competitori sono diventati almeno due: Mediaset e Sky”.
Vincenza Petta