Non esiste un decreto governativo che spinga ad una transizione alle radio digitali come è accaduto invece per la TV.
Nessuno sarà “forzato” a dover comprare ricevitori DAB per ascoltare le nuove radio, e volendo essere precisi non esistono neppure in commercio molti dispositivi compatibili: solo qualche produttore europeo ha qualcosa in gamma, ma se togliamo qualche radiosveglia e qualche tuner di fascia alta la situazione è desolante.
La scena peggiora ancora se esaminiamo il parco macchine in circolazione: quasi nessuna autovettura, neppure quelle più recenti, ha a bordo un ricevitore DAB semplicemente perché non è un tuner necessario e alza solo i costi di produzione. Chi ascolterà quindi le radio DAB in Trentino? Probabilmente qualche tedesco in vacanza, anche se la situazione è simile pure per loro. Alcuni governi europei infatti avevano imposto ai produttori di auto di rendere obbligatorio il Digital Audio Broadcasting sulle autovetture a partire dal 2013, ma questo obbligo è stato successivamente cancellato. Pure la Gran Bretagna, che sul fronte del DAB è quella più avanti tra i paesi europei sta piano piano tirando i remi in barca per l’arrivo delle soluzioni streaming e delle connected car.
Il codec maggiormente diffuso per il DAB è l’Mpeg 1 Layer 2 o MP2, cioè il diretto progenitore del famosissimo Mpeg 1 Layer 3 o MP3. Il problema della qualità non è dovuto al codec in sé, anche perché all’epoca si trattava di uno dei più avanzati, ma all’uso che ne è stato fatto: il 98% delle stazioni radio in UK, la nazione che più di altre ha spinto e adottato il DAB, trasmetteva utilizzando un bitrate di appena 128 kbit/s, assolutamente insufficiente a garantire una qualità percepita paragonabile alle trasmissioni analogiche FM.
Il vantaggio derivante dal multiplexing, inoltre, in realtà è solo a medio-lungo termine perché i costi di realizzazione delle stazioni di trasmissione in DAB sono notevolmente superiori a quelli dei corrispondenti trasmettitori FM e possono essere ammortizzati solo nel tempo visti i condivisi (tra tutte le stazioni che afferiscono ad un trasmettitore) costi di manutenzione.