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Il DAB da buona opportunità a flop annunciato. Perché tanta diffidenza?

La Radio Digitale è l’evoluzione più significativa nella tecnologia radiofonica dall’introduzione delle trasmissioni stereo in MF. Annuncia una rivoluzione per la diffusione dei servizi radiofonici offrendo innumerevoli vantaggi:agli ascoltatori, agli editori radiofonici, agli organi governativi. La ricezione sicura e continua, libera da interferenze e immune agli effetti degenerativi provocati dalla propagazione delle onde radio in presenza di ostacoli ed echi, che abbassano drasticamente la qualità di ricezione in modulazione di frequenza, e consentendo l’ascolto dell’audio digitale ad alta qualità anche nelle condizioni più difficili.  Ricevitori facili da usare. Non è più necessario sintonizzare un programma  spostandosi da una zona all’altra.  Servizi aggiuntivi permetteranno il miglioramento dei servizi già esistenti basati sull’audio e l’opportunità per l’introduzione di servizi innovativi come l’inserimento d’informazioni associate ai programmi o indipendenti da questi ad un livello estremamente superiore a quanto oggi disponibile con il Radio Data System (RDS) presente nella radio in modulazione di frequenza. Questi dati possono essere sfruttati per informazioni sul traffico estremamente dettagliate, per scaricare aggiornamenti su sistemi di navigazione ed altro.

La radio digitale, oggi in Italia

Il servizio DAB è partito in Italia nel 1996 ma le caratteristiche dei ricevitori non erano tali da consentirne e sostenerne l’adozione massiccia. Attualmente le stazioni del consorzio Club Dab Italia  in alcune aree sono già tante e operative, si avrà la loro piena attuazione con la definiva assegnazione delle frequenze a partire del 2011. La radio sopravvissuta incolume all’impatto con la televisione, avanza anche nell’era di Internet: con i suoi 35 milioni di ascoltatori quotidiani, seguendo due percorsi di ricerca: la digitalizzazione delle trasmissioni e la cosiddetta «ibridazione» con i nuovi media. Attualmente, la radio digitale coi canali Rai e di altri importanti reti anche locali, ha una copertura in espansione e raggiunge già il 40% della popolazione in particolare a Roma, Milano, Torino, Bologna, Venezia, Napoli, Palermo e Bologna con lo standard internazionale Dab-Dmb che consente un’adeguata efficienza con la trasmissione contemporanea sino a 20 programmi radiofonici.  È previsto che dopo il 2012, anno entro il quale sarà conclusa la digitalizzazione della televisione terrestre, il servizio coprirà almeno l’80% della popolazione nazionale. Attualmente il costo di un ricevitore DAB+ e DMB equipaggiato anche con lettore MP3, visualizzatore foto e video, ricevitore FM stereo si aggira intorno ai 100 Euro. La maggior diffusione porterà a un naturale abbassamento dei costi. I contenuti visuali che utilizzano lo standard DMB attualmente in sperimentazione verranno diffusi in futuro serviranno ad arricchire i contenuti audio delle trasmissioni radiofoniche. Per il futuro è previsto che in Italia potranno essere venduti solamente ricevitori in grado di ricevere anche la FM.

La radio digitale in Europa

In Svizzera oggi il 92% della popolazione svizzera può ricevere in digitale, mentre in Inghilterra il servizio DAB si è diffuso già da circa 10 anni, ma il passaggio al DAB+ sarà complesso poiché ci sono circa 4 milioni di utenze che dovrebbero sostituire il proprio ricevitore. In Francia sono in corso di assegnazione le licenze per le frequenze e il servizio DMB, a copertura nazionale e con più operatori, sarà disponibile alla fine del 2009. Altri paesi come Austria, Germania, Olanda hanno adottato già questo standard. In Corea il servizio DMB è già molto diffuso ma è utilizzato prevalentemente per la televisione in mobilità. Da Parigi arriva una spinta alla radio digitale. Il governo francese ha infatti deciso di imporre lo switch-over a partire dal 2012. Nella televisione l’Europa ha scelto la strada dello switch-off, che prevede lo spegnimento della tecnologia analogica allo scopo di liberare frequenze. Nel caso della radio invece si è preferito far sì che la vecchia tecnologia MF coabiti accanto alla nuova. Per i produttori di auto, ciò comporterà l’obbligo di montare radio digitali su tutti i modelli a partire da quella data. La decisione d’Oltralpe ha riacceso l’interesse sulla radio digitale e sull’ evoluzione di un vecchio mezzo sempre nuovo. A Dublino dal 19 al 20 aprile 2011 si è svolta la periodica riunione del gruppo di lavoro in seno allo European Communications Office in cui l’Italia non c’era, dove sono state stabilite le di giugno e dicembre, per definire questi parametri tecnici per la “Futura distribuzione di servizi radiofonici”.

Le nuove norme per la Radio DAB

I soggetti autorizzati alla trasmissione digitale sono le emittenti attualmente in esercizio con tecnica analogica (DTR) su frequenze terrestri in banda VHF-III, in ambito nazionale o locale, purché  consorziate e avverrà dopo il passaggio definitivo al Digitale terrestre di tutte le reti televisive e in tutti i territori, ossia dopo il 2012, ma alcuni esperti  dubitano  sulla reale capacità delle risorse frequenziali disponibili in VHF-III, in aree radio elettricamente congestionate del territorio nazionale, di garantire la migrazione a tutti i soggetti esistenti. L’operatore di rete radiofonica dovrà realizzare entro due anni dall’assegnazione dei diritti di uso delle frequenze, la copertura portatile outdoor di almeno il 40% della popolazione di ogni area oggetto dell’assegnazione stessa. La tecnica di trasmissione già attualmente disponibili sono DAB+ e DMB, ed è prevista la sperimentazione anche del DAB-S. È anche prevista la diffusione sonora in tecnica digitale (DRM) mediante onde medie, onde corte e FM, comunque, in bande di frequenze inferiori a 30 MHz.Il programma dell’autorità per le Comunicazioni Agcom prevede che la diffusione della radio digitale segua la stessa road map della tivù digitale terrestre. La radio insomma è destinata a diventare sempre più televisiva, un mezzo da vedere oltre che da ascoltare; e sempre più bidirezionale e interattiva, capace di dare servizi a richiesta dell’ascoltatore. Già oggi, le radio digitali in commercio hanno un piccolo monitor su cui si può ricevere una scheda video sul brano musicale che si sta ascoltando e conoscerne interprete, titolo e album. Con lo sviluppo dell’interattività e l’integrazione nella radio di un canale a banda larga si potranno anche acquistare il cd o la singola canzone come si fa sul sito iTunes della Apple. Che perderà un po’ della sua centralità. Questi passi tecnologici non vengono però supportati dalle vendite. Ci vorranno almeno cinque anni affinché l’utente finale passi alla nuova tecnologia. AL momento i prezzi sembrano essere ancora proibitivi.

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