L’Ordine dei giornalisti rivendica l’esclusiva nel controllo deontologico della categoria e nella sorveglianza della sua correttezza professionale.
Per questo ritiene illegittima, prima che inopportuna, l’iniziativa del garante delle telecomunicazioni che, nel contratto di servizio della Rai, ha inserito norme che rappresentano un vero e proprio codice di comportamento.
“Le regole già ci sono – si legge in una nota diffusa dall’Ordine nazionale dei Giornalisti -, sono severe e nella stragrande maggioranza dei casi vengono applicate: anche dai giornalisti televisivi! Non è immaginabile che i comportamenti professionali degli operatori dell’informazione siano modulati dalle rispettive aziende dove ciascuno lavora. Ne verrebbe fuori una professione a macchia di leopardo con maggiori o minori doveri, secondo il caso e, prevedibilmente, secondo interessi che niente hanno a che spartire con la correttezza dell’informazione.
L’authority faccia l’authority e il consiglio di amministrazione Rai si preoccupi di amministrare. I giornalisti – conclude la nota – hanno le istituzioni e le strutture gerarchiche cui fare riferimento”.
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