Alcune domande sono palesemente sbagliate. Come la n° 20: “Quale dei seguenti organi non dipende dal Governo?”: a) Presidente della Regione; b) Prefetto; c) Sindaco. Ovviamente la domanda giusta sarebbe “Quale dei seguenti organi dipende dal Governo”, qualche candidato lo fa notare e il quesito viene dato buono a tutti. Altre domande lasciano molto perplessi perché sembrano più adatte al “Lascia o raddoppia” di Mike Bongiorno piuttosto che a un test così importante. È il caso della n°31: “«E’ la stampa bellezza» è una celebre espressione tratta dal film:” a) Quarto potere; b) L’ultima minaccia; c) Cronisti d’assalto. La risposta giusta è la “b”, ma quanti sarebbero stati in grado di rispondere?
Al momento della pubblicazione dei risultati scoppia il pandemonio: nonostante la quasi totalità delle persone abbia superato quota 15 punti, ne vengono ammesse al secondo step solo 100. La delusione cresce quando si viene a sapere che sono stati ammessi alla prova successiva due dipendenti di società concorrenti alla Rai che hanno collaborato con la tv nazionale per molti anni. Come mai in un concorso riservato ai collaboratori, che firmano clausole di non concorrenza, vengono ammessi anche colleghi che collaborano con testate giornalistiche direttamente concorrenti? È il caso, ad esempio, del capo redattore di Radio Vaticana, che non solo viene ammesso alla prova successiva ma che, una volta superatala, viene richiesto all’orale di parlare dell’elezione di Papa Francesco, mentre altri candidati vengono sottoposti a domande che poco o nulla c’entrano con le loro specializzazioni. Oltretutto le prove orali si svolgono a porte chiuse, in barba alla trasparenza di cui tanto si è dibattuto in questi giorni.
Alcuni degli esclusi non ci stanno e decidono di scrivere una lettera al direttore generale Luigi Gubitosi, al direttore dell’ufficio stampa Luciano Flussi e al segretario dell’Usigrai (il sindacato giornalisti della tv di Stato) Vittorio Di Trapani, chiedendo di essere ammessi alla prova successiva per poter dimostrare le proprie capacità. Ad oggi nessuna risposta è ancora pervenuta, ma chi è rimasto fuori promette battaglia, mettendo tutto in mano agli avvocati. Anche perché, almeno a detta loro, ci sono vizi procedurali significativi anche nella chiamata: la mail di convocazione per il concorso è stata inviata solo cinque giorni prima, e non ha raggiunto tutti gli interessati, tanto che alcuni sono stati ammessi con riserva perché non hanno potuto rispondere entro i tempi prestabiliti.
In tutto ciò, c’è ancora un altro fattore che indispettisce non poco: mentre giornalisti con anni di servizio alle spalle devono sottoporsi alle forche caudine di un concorso orchestrato male e gestito peggio, i neo-diplomati alla scuola di giornalismo di Perugia vengono assunti direttamente in Rai a chiamata, senza alcun concorso, in ossequio a un accordo di collaborazione tra la tv di Stato e la scuola perugina che sembra quantomeno singolare. Su Mamma Rai, pochi giorni dopo il caso sui compensi dei conduttori e l’annullamento del programma di Crozza, si abbatte una nuova tempesta.
fonte: http://www.affaritaliani.it/fattieconti/concorso-farsa-per-entrare-in-rai251013.html
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