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Il Comitato Media e Minori appena nominato e già bloccato?

A due mesi dalla ricostituzione del Comitato Media e Minori del Ministero dello Sviluppo Economico, voluta dal Vice Ministro Antonio Catricalà, la situazione ancora non si sblocca ed i mesi di “stallo” diventano ormai oltre venti. Nonostante, infatti, l ’insediamento ufficiale del Comitato fosse previsto nella prima quindicina di settembre, ancora nessun segnale arriva dal Ministero. Evidentemente ci sono problemi legati alla nomina dei membri supplenti che sono assolutamente necessari per colmare eventuali vuoti determinati dalle assenze dei membri titolari. Già alla prima riunione informale, infatti, mancavano due membri in rappresentanza delle istituzioni, il magistrato Giovanni Rossi e la sen. Anna Serafini. Una dimostrazione delle difficoltà a reperire i membri supplenti è la recente polemica presa di posizione di Antonio Diomede, Presidente della REA, associazione che riunisce alcune tv e radio locali, che ha declinato l’invito del Vice Ministro Catricalà, dichiarando di “lasciare ad altre rappresentanze più meritevoli l’esclusivo compito di difesa non dei diritti dei minori ma dei programmi spazzatura diffusi da alcune reti locali e nazionali private e dalla RAI per minimizzarne la portata diseducativa e di permanente violenza anche nelle fasce protette”. Di converso, è forte l’attesa tra gli addetti ai lavori per l’insediamento del Comitato, che tra i primi problemi da affrontare avrà quello delle numerose segnalazioni pervenute nel corso della lunghissima “vacatio”. Il Regolamento interno, infatti, parla di esame “entro 90 giorni dal ricevimento”, norma che potrebbe essere correttamente interpretata nel senso di “entro 90 giorni dall’insediamento”. Ma non mancano altre urgenti richieste di intervento, quale ad esempio quella dei promotori di una petizione che ha raccolto oltre 26.000 firme, mirata a bloccare la messa in onda della trasmissione dell’emittente Real Time “Guardaroba perfetto”, che vorrebbe insegnare ai bambini come vestirsi in ogni occasione e, per questo, considerata anacronistica e diseducativa. Imperversa, inoltre, la polemica sulla trasmissione programmata da Rai1 “Mission”, una sorta di reality con la presenza di pseudo Vip nei campi profughi africani, luoghi di profonda sofferenza in scenari spesso contraddistinti da guerre e persecuzioni. Al riguardo, mentre il Presidente ed alcuni membri della Commissione di Vigilanza hanno chiesto di poter visionare il “numero zero” del programma, la Rai ed altri membri della stessa Commissione si oppongono decisamente alla richiesta. Una possibile mediazione potrebbe essere quella di affidare la visione del materiale già registrato agli esperti del Comitato Media e Minori, che potrebbe esprimere un parere non vincolante sull’opportunità di mandare in onda la trasmissione. La speranza di tutti è che la situazione si sblocchi al più presto, ma forse ha ragione il Garante per l’Infanzia, Vincenzo Spadafora, che nei giorni scorsi ha parlato di “disattenzione bipartisan alla garanzia di operatività dei soggetti che, istituzionalmente, devono occuparsi di rendere esigibili i diritti dei bambini e degli adolescenti.”

 

 

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