Il momento difficile dei quotidiani si spiega con la penuria di investimenti pubblicitari, a sua volta derivante dalla complicata situazione economica delle aziende. Un calo a cui i quotidiani tentano di rimediare intervenendo sulle vendite. Il discorso sulle soluzioni alternative si collega necessariamente alla crescente importanza delle piattaforme digitali. La diffusione dei dispositivi mobili ha allontanato ancora di più i lettori dai quotidiani cartacei. Anche gli inserzionisti hanno preferito puntare su Internet, consapevoli della differenza con la carta stampata a livello di costi. E’ in questo ambito che le testate devono lavorare per sanare i propri bilanci.
Spesso però gli editori non hanno mezzi per investire sul digitale. Molti di essi non possono fare altro che aumentare i prezzi al fine di ottenere le risorse economiche necessarie per modernizzare i servizi offerti al pubblico. Con buona pace del Codacons, si tratta di un passaggio obbligato che in alcune esperienze passate si è rivelato tutt’altro che fallimentare. Ci si riferisce all’aumento di prezzo dei principali quotidiani americani avvenuto tra il 2008 e il 2009. I dati economici per il triennio 2007-2010 certificano un forte calo nella diffusione dei quotidiani cartacei, ma anche un sensibile incremento dei ricavi su piattaforme digitali. Questo non vuol dire che l’equazione aumento di prezzo= innovazione digitale sia sempre realizzabile. E’ più facile attuarla per i grandi quotidiani, che hanno uno zoccolo duro di lettori, che mai rinuncerebbero alla versione cartacea.
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