Scomparso da alcuni mesi dalla pagine dei giornali (sulle grandi tv non è mai arrivato) il caso Europa 7 sta per tornare sotto la luce dei riflettori. Il Ministero delle Comunicazioni, oggi dello Sviluppo Economico, e l’Agcom dovranno avanzare al Consiglio di Stato le loro proposte di soluzione del caso Europa 7, in attuazione della sentenza 2624 del 31 maggio 2008, che ha seguito quella della Corte di giustizia europea del gennaio.
Secondo il Consiglio di Stato .
L’istanza di accesso agli atti amministrativi avanzata da Europa 7 al Ministero non ha avuto finora una calorosa accoglienza. Europa 7 ha chiesto che di avere accesso a documenti, tutti inerenti la sua vicenda. Come il parere richiesto dal Ministero alla sezioni consultive del Consiglio di Stato nel febbraio 2008 (dov’è finito?). Come la risposta delle Comunicazioni ai 20 quesiti posti dalla Commissione europea nel giugno 2008, per dare concreta attuazione alla Direttive comunitare sulle comunicazioni elettroniche e alla sentenza della Corte di Giustizia (é stata secretata?)-
La risposta è stata una nota, non inviata dal responsabile del procedimento ma dal direttore generale del Ministero, nella quale gli atti e i documenti si sono .
Francesco di Stefano, proprietario di Europa 7, allora, ha dovuto spiegare, tramite i suoi avvocati, che si tratta di procedimenti riguardanti la propria vicenda, oggetto della sentenza del Consiglio di Stato. Avrà accesso a documenti che dovrebbero essere pubblici per definizione?
Sarò il Consiglio di Stato a dover decidere se accogliere le proposte del Ministero e dell’Agcom, o se nominare un commissario ad acta per attuare la propria sentenza o se limitarsi a dare a Europa 7, entro il 15 dicembre, un risarcimento per la mancata assegnazione delle frequenze.
Nel prossimo luglio saranno passati dieci anni dal rilascio della concessione a Europa 7. (M. Mele)
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