Quattro giornalisti del quotidiano svizzero “Il Caffè” sono stati rinviati a giudizio per diffamazione nell’ambito di un’inchiesta sulla malasanità. Nello specifico il giornale ha denunciato l’errore di un chirurgo della Clinica Sant’Anna (Lugano), Piercarlo Rey, che ha effettuato un’operazione di asportazione dei seni sulla paziente sbagliata. Con una serie di articoli “Il Caffè” ha messo in luce la negligenza dei dirigenti della clinica, che hanno fatto finta di niente nelle settimane successive all’errore medico. Venuto alla luce il grave fatto, il chirurgo è stato sospeso e denunciato per lesioni colpose. Ma ora, bizzarro scherzo del destino, ad essere perseguiti penalmente dai magistrati sono anche il direttore, il vice direttore, il redattore e una giornalista della testata. La protesta dei giornalisti si è manifestata con una prima pagina in cui si evidenzia la palese violazione della libertà di informazione.: una gomma cancella la parola “Libertà di stampa”, scritta in grossi caratteri. Per “Il Caffè” si tratta di un grave attacco alla libertà di stampa, dal momento che nessun errore è stato segnalato in quanto riportato dagli autori dell’inchiesta. La magistratura è intervenuta per un presunto accanimento mediatico e per concorrenza sleale nei confronti della clinica. Quest’ultima accusa, nei confronti di un organo di stampa, è abbastanza singolare. Per gli inquirenti la testata, insistendo sulla vicenda, avrebbe favorito altre strutture concorrenti.