I server del futuro prossimo saranno più piccoli, resistenti alle condizioni ambientali dei deserti e capaci di gestire dieci volte i dati prodotti oggi da Internet. A realizzarli, annuncia l’Ansa che riporta una nota pubblicata dall’Ibm sul suo sito, sarà la casa statunitense insieme all’istituto olandese per la radioastronomia e alla National Science Foundation sudafricana. Il loro “banco di prova”, scrive Ibm: sarà lo Square Kilometer Array, il più grande radiotelescopio al mondo in costruzione in Sud Africa. La partnership avrà una durata di quattro anni, e svilupperà dei microserver basati su chip impilati in tre dimensioni e raffreddati a liquido, oltre agli algoritmi necessari a decodificare i dati del radiotelescopio, che studierà le origini dell’universo. I rappresentanti delle tre istituzioni collaboreranno in remoto, ma anche nel nuovo Astron and Ibm Center for Exascale Technology di Drenthe, in Olanda, e attraverso la piattaforma virtuale Dome, accessibile a tutti i ricercatori interessati alla materia. “Il progetto ha implicazioni che vanno molto oltre l’astronomia” spiega Ton Engbersen, leader del progetto, che poi aggiunge: “questi avanzamenti scientifici aiuteranno a costruire la fondazione di una nuova era di calcolo, con tecnologie che imparano e ragionano”.
C’è maretta al settimanale Oggi: i giornalisti hanno sfiduciato il direttore Andrea Biavardi, subentrato a…
Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…
Fumata bianca ad Askanews: l’assemblea dei giornalisti dà il via libera alla proposta di prepensionamenti.…
Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…
Le cose cambiano, tutto scorre direbbe Eraclito. Sono passati meno di cinque anni dal 2020,…
Le associazioni degli editori europee sono pronte a ingaggiare battaglia contro Google. Per il caso…