Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, durante un corso di Ossigeno, ha raccontato che il Messaggero dovrà risarcire un collaboratore con 110mila euro. Un giudice delle Marche ha riconosciuto a un collaboratore de Il Messaggero un risarcimento di 110mila euro a titolo di integrazione della sua retribuzione annua. Lo ha reso noto il presidente del consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, invitando i collaboratori che negli ultimi cinque anni hanno lavorato per una testata giornalistica alla stregua di un redattore ordinario senza avere avuto una retribuzione corrispondente a tale ruolo a chiedere per via legali il riconoscimento di un equo compenso. Il presidente dell’Ordine lo ha detto durante la seconda replica, a Roma, del corso di aggiornamento professionale per giornalisti sul tema “Rettifiche e diffamazione”, organizzato da Ossigeno il 28 maggio e ospitato presso la sede dell’OdG di via Parigi. Il giornalista ha lavorato in maniera continuativa, assimilabile a quella di un redattore ordinario, pur essendo pagato pochi euro per i suoi articoli. Secondo il giudice deve essere dunque risarcito dal quotidiano. “La testata – ha detto Iacopino – colmerà così la differenza fra la retribuzione riconosciuta finora al giornalista e quella che spetta ad un collega con un contratto a tempo indeterminato”. Nei giorni scorsi, , ha aggiunto, il presidente della Corte d’Appello de L’Aquila ha chiesto all’OdG una consulenza su un’altra causa analoga promossa da un altro collaboratore del Messaggero. “In base a una perizia di parte gli spetterebbero ben novecentomila euro”, ha detto Iacopino, che subito dopo ha esortato “tutti i collaboratori che hanno vissuto la stessa situazione a farsi avanti, perché l’Ordine sarà con loro. Chi ha lavorato per almeno cinque anni come un redattore ordinario, per la stessa testata e in modo continuativo, può chiedere il risarcimento per la disparità di retribuzione. Bisogna però sapere – ha aggiunto – che queste cause sono molto lunghe e impegnative, ed è necessaria una disponibilità economica per iniziare il procedimento”. Le basse paghe sono state indicate come una delle cause che rendono i giornalisti deboli di fronte a intimidazioni, minacce e querele pretestuose.
Fonte: http://www.ossigenoinformazione.it/2014/05/giornalisti-iacopino-prime-condanne-per-non-equo-compenso-45099/#sthash.HofKGtnX.dpuf