«Il Governo blocchi i finanziamenti pubblici agli editori che non paghino il giusto compenso ai giornalisti». Lo ha detto il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, intervenendo a Cosenza all’incontro con gli studenti organizzato dal Circolo della stampa ‘Maria Rosaria Sessa’. «La stampa – ha aggiunto – non sarà mai veramente libera fino a quando i giornalisti non verranno adeguatamente retribuiti e, quindi, non vengano sfruttati, così come accade oggi. Il primo nemico per la libertà di stampa in Italia è rappresentato dal sistematico sfruttamento che editori disinvolti fanno di migliaia di giovani giornalisti».
Ricordiamo che lo scorso 4 aprile il presidente del Senato, Renato Schifani, ha firmato l’assegnazione in sede deliberante alla commissione Lavoro della proposta di legge recante norme per promuovere l’equità retributiva nel lavoro giornalistico. Il provvedimento ha già ottenuto il via libera della commissione Cultura della Camera il 28 marzo ma ad oggi l’esame in commissione Senato non è stato calendarizzato a causa dell’intendimento del Governo di apportare modifiche al testo e di procedere a ulteriori audizioni. La necessità di approfondimenti in vista di possibili modifiche è stata espressa anche dal Pdl, dal Pd e dal Terzo Polo. «Un esame ponderato del testo – ha dichiarato il senatore del Pdl Maurizio Castro – consentirà di emendare le imperfezioni tecniche e di prevedere forme di attuazione progressiva delle nuove norme, in un tessuto imprenditoriale caratterizzato non solo da grandi gruppi, ma anche da piccoli editori locali e da imprese strutturalmente più fragili».
Il provvedimento prevede che una Commissione istituita presso il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri stabilisca i requisiti minimi di trattamento economico da corrispondere ai giornalisti in modo proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto. La Commissione avrà anche il compito di redigere un elenco degli editori che garantiscono il rispetto dei citati requisiti minimi. L’iscrizione in tale elenco è requisito necessario per l’accesso a qualsiasi contributo pubblico in favore dell’editoria.
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