IACOPINO: PIANO CON LA PUBBLICAZIONE DELLE INTERCETTAZIONI, POSSONO ROVINARE LA VITA DELLE PERSONE

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«Io non vedo dove sia la mediazione giornalistica nell’uso che si è fatto
dello sbobinato delle intercettazioni. Noi giornalisti rischiamo di diventare buchette delle lettere in situazioni che non sono sempre chiare. Io non sono contro le intercettazioni, è una forma di indagine importante, ma contro il loro abuso da parte di tanti colleghi». Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti, dopo aver parlato a 200 giovani durante un seminario di Redattore sociale a Capodarco di Fermo, lamentando «l’uso vergognoso» che tanti quotidiani fanno delle intercettazioni, ha spiegato in un’intervista a tempi.it la sua posizione: «Dobbiamo essere più responsabili, i doveri deontologici esistono, la gente ha una vita e pubblicando certe conversazioni
rischiamo di rovinarla. Dobbiamo porci il problema se questo sia giusto o meno».
«Anche se una persona è imputata – continua Iacopino -, accusata di avere organizzato un’associazione a delinquere per rubare i soldi ai cittadini, non è che tacendo delle sue abitudini sessuali si commette un reato né si lede la libertà di stampa o la completezza dell’informazione». Per il presidente dell’Ordine, bisogna separare le carriere del magistrato e del giornalista, perché cominciano ad andare in parallelo. Così rischiamo di trasformarci in strumenti, voglio sperare inconsapevoli, di giochi poco trasparenti». «Ma la cosa più grave è che un volgare e banale buon senso dovrebbe impedire di pubblicare certi dettagli. Le intercettazioni su Melania Rea o su Nicole Minetti che faceva di tutto per andare ad Arcore senza farlo sapere al fidanzato che cosa c’entrano con le inchieste? L’unico risultato è distruggere la vita delle persone».

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