Secondo la relazione di Erik Lambert, esperto di tecnologie e comunicazione, tre sono i grandi cambiamenti nel consumo di audiovisivo: la distribuzione su richiesta, l’irruzione dei video autoprodotti dagli utenti e l’evoluzione sociale dell’utilizzo dei video. Le abitazioni statunitensi che hanno accesso ai servizi video on demand passeranno dal 28,9% al del 2006 al 40,5% del 2008 e al 45,6% del 2009. Sempre negli Stati Uniti, in un mese, il 75% di coloro che navigano in rete vedono almeno un video. In Europa le percentuali dei consumatori di video sulla rete sono di poco più basse (nel 2006: 58% in Spagna, 56% in Gran Bretagna, 55% in Francia). Una tendenza che influenza anche il mercato pubblicitario. La pubblicità sui video in rete crescerà del 320% tra il 2006 e il 2011 rispetto al 122% della pubblicità on line. La particolarità del consumo dei video su internet è l’uso sociale, cioè la possibilità di condividerli. Infatti, il 54% degli utilizzatori dichiara di averli ricevuti da amici. Ma la vera novità sono i video autoprodotti, un nuovo prodotto che si sostituisce alla televisione classica ma apporta un introito pubblicitario molto più basso. I relativi introiti pubblicitari, comunque, rimangono marginali rispetto alla pubblicità televisiva, i siti che vendono pubblicità non sono interessati a spezzoni di show ma cercano contenuti originali. I video autoprodotti, nel dicembre 2004 rappresentavano l’1% delle pagine viste negli Stati Uniti, nell’aprile 2007 erano il 13%.
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