Editoria

I nuovi palinsesti Rai fanno infuriare il cdr del Tg1: “Testata resti centrale al mattino”

 

I nuovi palinsesti fanno emergere il “caso” in Rai. Cozzano le indicazioni tra rete e testata del Tg1 che si sente ridimensionato dal nuovo disegno che va prendendo forma in queste settimane e che dovrebbe diventare operativo in autunno.

In una nota, il comitato di redazione del Tg1 si schiera senza mezzi termini: “Il caldo può fare brutti scherzi. Viene da dirlo oggi anche leggendo i giornali sulla presunta rivoluzione dei palinsesti Rai per l’autunno. Voci si rincorrono da giorni e si fatica a distinguere le fantasie dalla realtà. Sembrerebbe una rivoluzione ma ha più il sapore di una involuzione”.

E non basta: “A partire dal mattino di Rai 1 e dal ruolo del Tg1 nella trasmissione Uno mattina. Uno spazio che dovrebbe vivere della collaborazione tra testata e rete, e che invece, nel suo insieme, sembra sempre più sbilanciato a favore di quest’ultima. Questo dicono le scelte di conduttori esterni che da temporanei diventano permanenti, e questo confermano gli arrivi di altri conduttori esterni chiamati a realizzare spazi ‘a piacere’ dentro Uno mattina.

infine il Cdr “ribadisce che il Tg1 è il cuore dell’informazione di questo spazio del mattino e vuole rimanere tale. Richiama ancora una volta l’azienda ad avviare una seria e responsabile politica di canale che riporti in equilibrio l’area delle news con quella dei programmi. Ribadendo la centralità del Tg1 sul versante dell’informazione. Una centralità che passa anche per la scelta di conduttori interni e non esterni. Anche risolvendo i troppi nodi che pesano sul lavoro della redazione di Uno mattina”.

Per queste ragioni il Cdr del Tg1 “si oppone a un metodo fatto di scelte unilaterali senza un disegno strategico chiaro e condivisibile. Di fronte a questo stato di cose, la redazione del Tg1, come già ribadito nelle ultime assemblee, non esiterà a avviare iniziative più incisive sul piano dell’azione sindacale. Per questo invitiamo anche l’Usigrai a condividere la nostra azione in difesa del servizio pubblico e dei suoi valori in un passaggio delicato della nostra vita professionale”.

Salvatore Monaco.

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