Editoria

I nuovi abbonati del New York Times sono una boccata d’ossigeno nell’asfissia dell’informazione

Con la pandemia si è tornati a qualche vecchia abitudine: fare il pane in casa, ascoltare la musica, leggere i giornali. Ma come sempre, quando il tempo a disposizione è quello necessario per gustarsi le cose, quando tutto non fa così di fretta che non riesci nemmeno ad assaggiare, prevale la qualità.

E allora la notizia, una vera notizia, è che i giornali non sono morti, la domanda di un’informazione seria, affidabile, autorevole esiste, se esiste un’analoga offerta. In questi giorni su tutti i giornali si parla del New York Times che ha acquisito quasi 600.000 nuovi abbonati.

Non abbonati, ma nuovi abbonati, lettori che hanno ritenuto che l’edizione a pagamento, cartacea e on line, meritasse il prezzo previsto. Per raggiungere un monte complessivo di oltre 6 mni di abbonati, una piccola nazione diffusa nel mondo che si informa, pagando, attraverso gli articoli del New York Times.

Certo il giornale è un’eccellenza mondiale, è scritto in inglese, lingua universalmente riconosciuta come universale, ha firme autorevoli. Ma è lo stesso giornale che perdeva copie, è il giornale per il cui editore Arthur Sulzberger Jr. annunciò la morte nell’edizione cartacea nel 2013. La carta affanna, ma respira ancora e l’ossigeno glielo sta dando proprio il virus che ci tiene chiusi a casa, il virus che rischia di togliercelo l’ossigeno.

Ma che ci ha costretti a casa, liberando tempo per conoscere, per informarci, per andare oltre qualche titolo di Internet. Sia ben chiaro il web è il presente e non il futuro, la rivoluzione digitale non è da venire, ma è già realizzata. Ma proprio quella rivoluzione ha consentito a molte redazioni di rivedere l’organizzazione del lavoro; proprio il New York Times prevede di estendere lo smart working almeno fino a settembre. Ci sono chiaroscuri, il modello del web ancora non è definito, le copie perse nel cartaceo mai verranno recuperate e difficilmente verranno sostituite da quelle digitali. Ma esiste ancora spazio, molto spazio, per un’informazione seria. Il mercato verrà. Intanto, si respira una piccola ventata di aria nuova.

Giovanni Longobardi

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