I Cinque Stelle vanno alla lavagna e disegnano la lista dei buoni e dei cattivi. Continua (e non finirà sicuramente qui) la bagarre tra il socio di maggioranza del governo gialloverde e la stampa italiana.
Si comincia con i “cattivi”. Sul Blog delle Stelle è apparso un post, che promette di essere solo il primo di una lunga serie, sui conflitti di interesse degli editori di alcuni dei maggiori giornali nazionali. È, questo, un vecchio cavallo di battaglia del M5S, già cavalcato (appunto) dal primissimo Beppe Grillo che proprio sulla critica alla stampa fece perno per i suoi spettacoli e i suoi post.
I Cinque Stelle, oggi, elencano i “cattivi”. Si tratta di Repubblica e La Stampa (proprietà del gruppo De Benedetti), de Il Giornale (di proprietà della famiglia Berlusconi), de Il Messaggero (gruppo Caltagirone ma i grillini scordano, però, di citare Il Mattino che allo stesso gruppo appartiene) e infine Libero Quotidiano (che appartiene agli Angelucci).
Per loro: “Questo comporta che l’informazione fatta da questi giornali deve sempre sottostare agli interessi che ha l’editore nel business e nella politica, due questioni che per anni si sono intrecciate in maniera perversa e anomala. Anziché informare i cittadini, l’obbiettivo diventa orientare l’opinione pubblica dando poca rilevanza a certe notizie, o non pubblicandole, rilanciare notizie tendenziose e in alcuni casi promuovendo vere e proprie fake news per soddisfare gli interessi affaristici o politici dell’editore”.
Ma non tutti, però, sono giornalisti cattivi. Oltre ai precari (di tutte le età) bonariamente citati in un lungo video da Di Maio, ci sono quelli con la schiena dritta. Certificati dal reporter di viaggio Alessandro Di Battista. “E grazie a Dio in Italia ci sono eccome Giornalisti liberi – scrive Dibba su Facebook -, è libero Travaglio uno che il Movimento l’ha bastonato ripetutamente, è libero Massimo Fini, un uomo che per non essersi piegato al pensiero dominante non ha fatto la carriera che meritava. E’ libero Buttafuoco, uno degli ultimi intellettuali rimasti, sono liberi Fulvio Grimaldi e Alberto Negri, due non certo teneri con la politica estera dell’attuale governo. E’ libero Franco Bechis, uno dei giornalisti più innamorati dello studio degli atti che abbia mai conosciuto. E’ libera Luisella Costamagna, è libera Milena Gabanelli, sono liberi decine di Giornalisti e Giornaliste che hanno capito che chi davvero sta colpendo la libertà di stampa sono svariati sicari dell’informazione ormai distaccati dalla realtà e capaci di scendere in piazza per difendere esclusivamente la loro posizione di potere che ha molto più a che fare con quella servitù volontaria descritta da Étienne de La Boétie che con il desiderio di indipendenza che tanto sbandierano in queste ore”.
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