La prescrizione non è degna di un Paese civile. Perché la civiltà presuppone una giustizia che sanzioni i colpevoli ed assolva gli innocenti. Con processi, tutti i processi, perché la legge è uguale per tutti, che vengano svolti in tempi ragionevoli in modo da garantire che l’intervallo di tempo che intercorre tra il reato contestato e la sentenza sia equo. E nulla si può eccepire alla Cassazione se calendarizza i propri lavori in modo da garantire la naturale definizione dei giudicati. Qualche perplessità nasce, però, se i calendari vengono modificati perché il principale quotidiano italiano, che risponde a determinati equilibri di potere del Paese, stigmatizza la stessa Cassazione in quanto per un cittadino, assolutamente non a caso, l’udienza a settembre determinerebbe l’estinzione dei reati per prescrizione. Udienza anticipata di due mesi. Il cittadino non a caso verrà giudicato per quanto ha fatto, e di questo dovrebbe essere contento. Ma il piccolo dubbio che questa sentenza, come molte altre, possa essere condizionata da qualcuno c’è, eccome se c’è. Ed allora contento potrebbe esserlo molto meno, il cittadino non a caso.