Calano ancora le vendite dei quotidiani, l’Agcom ha snocciolato i dati e lo scenario tracciato dall’autorità garante non è per nulla rassicurante. Secondo quanto ha rilevato, infatti, le vendite di giornali sono calate, nel primo trimestre di quest’anno, di un ulteriore 8,5% rispetto al 2021 e di oltre un terzo (31,6%) rispetto al 2018. Il quadro si fa ancora più drammatico se si prendono in considerazione le sole copie cartacee. Che scendono, rispetto al 2021, di circa il 9,3%. Un calo che se raffrontato al 2018 assume i contorni della disfatta: 35,5% in meno di venduto.
Il 48,1% delle copie vendute, in edicola o sugli store digitali, riguarda quotidiani nazionali. Le voci locali sono in caduta più marcata rispetto agli altri. I giornali locali, infatti, hanno perduto l’undici per cento delle copie a fronte del -5,6% registrato dai quotidiani a tiratura nazionale. Sotto il profilo relativo ai temi trattati, i giornali cosiddetti generalisti continuano a segnare il passo facendo registrare una diminuzione del 9,2% delle copie vendute rispetto al primo trimestre del 2021. Crescono, invece, i giornali sportivi. Le testate che raccontano gli sport sono le uniche a far segnare un incremento che, nel caso riportato dall’Agcom, assume contorni importanti raggiungendo il 7,1 per cento.
Sotto il profilo dei volumi d’affari, Gedi si conferma come il primo gruppo editoriale di giornali in Italia con una quota di mercato pari al 20,6 per cento. Sul secondo gradino del podio c’è la galassia di Cairo-Rcs che “copre” il 17,7% del mercato e, infine, si segnalano Caltagirone editore e Monrif Group che, rispettivamente, detengono l’8,8 e l’8,5 per cento del mercato.
Un discorso a parte va fatto sul fronte delle copie digitali. Sostanzialmente perdono poco e nulla sul trimestre ma fanno comunque registrare una crescita interessante. Infatti, secondo i dati pubblicati da Agcom, la media giornaliera di copie digitali di quotidiani vendute è stata di circa 210mila. La crescita è stata pari, rispetto all’inizio del periodo, al 12,7 per cento (quando le copie erano poco più di 190mila).
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