Il neo presidente Francese Francois Hollande ha preso subito numerose iniziative in materia di diritto d’autore, internet e editoria. In particolare ha proposto di eliminare l’Hadopi, la legge che ha introdotto un sistema repressivo per combattere il download illegale annunciando l’avvio di una consultazione pubblica per attivare un dialogo tra utenti, società di autori e artisti ed arrivare ad un nuovo testo di legge. A favore dell’editoria, Hollande ha deciso di portare l’IVA sui libri dal 7% al 5,5%. Adesso si è fatto promotore di una nuova battaglia: tassare gli over-the-top e fare in modo che le grandi web company americane possano contribuire al fisco nei Paesi europei dove operano e producono lauti guadagni. Una squadra di esperti avrà il compito di elaborare proposte entro l’autunno con l’obiettivo di ridurre il gap competitivo che penalizza le aziende d’oltralpe. Nel mirino ci sono naturalmente Google, Apple, Facebook e Amazon che svolgono la loro attività sul territorio nazionale, avvantaggiandosi delle infrastrutture locali, senza contribuire al fisco, sono ormai l’incubo del governo.
Nella sua battaglia la Francia ha deciso di coinvolgere anche Italia, Spagna e Germania. I tre Paesi potrebbero allearsi con l’obiettivo di inserire la fiscalità sulle web company nell’Agenda europea e spingere Bruxelles a trovare una soluzione condivisa.
Secondo il Consiglio nazionale del digitale (CNN), i quattro colossi americani generano in realtà un fatturato dai 2,5 a 3 miliardi di euro, ma non pagano che 4 milioni di euro di imposte in Francia mentre, se fossero sottoposti al regime fiscale francese, avrebbero dovuto versare alle casse dello Stato almeno 500 milioni di euro. Ma, avendo sede spesso in Irlanda o Lussemburgo, questi gruppi si sottraggono in modo del tutto legale al pagamento di numerose imposte. Se si considerano i cinque maggiori mercati europei, si possono stimare perdite annue, in termini di mancati incassi per gli Stati, superiori al miliardo di euro.
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