GUGLIELMI: LA RAI COME PARMALAT. AFFIDIAMOLA A BONDI

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Cosa hanno in comune la Rai e la Parmalat? I debiti. Ed è per questa ragione che l’ex direttore di Rai3, Angelo Guglielmi, affiderebbe la tv di Stato a Enrico Bondi. Lo afferma in un’intervista a La Repubblica. Ma chi è Bondi? È un dirigente d’azienda specializzato nel risanamento di imprese in crisi. Bondi si è occupato del recupero della Montedison e del “crac Parmalat”. La ristrutturazione della Rai sarebbe una prova non da meno.
Precisiamo anche chi è Guglielmi. Quest’ultimo si è sempre vantato di non guardare la tv, compresa la sua, ma ne ha fatta tanta. È stato direttore di Rai3 da 1987 al 1994. Ha trasformato la terza rete, allora ai margini del servizio pubblico, in una rete innovativa, quintuplicando lo share: dal 2 al 10%. Ha dato i natali a programmi come Samarcanda, Blog, Mi manda Lubrano, Chi l’ha visto, Un giorno in pretura. Con lui si parlò per la prima volta di tv verità. Ha lanciato Gad Lerner, Corrado Augias, Michele Santoro, Fabio Fazio, Serena Dandini.
Tornando all’idea del taumaturgo ideale, «mi sembra che il dottor Bondi sia l’unico in Italia che possa sventrare la Rai, toglierle dalla pancia i partiti e offrirle un futuro», dichiara Guglielmi.
All’inevitabile domanda sul legame tra partiti e servizio pubblico l’ex direttore risponde in un modo alquanto originale. «Veltroni quando mi affidò la direzione di Rai3 seppe stare al suo posto. Eppure il suo massimo profitto lo ha raggiunto facendo fare ogni cosa a noi».
Guglielmi ammette di essere stato incaricato da un politico il quale non ha avrebbe interferito con la direzione, ma ne avrebbe tratto comunque vantaggio. Una rivelazione tutt’altro che banale. Riflettiamoci su.
L’intervista vira sull’ostruzionismo conservatore del Pdl. Guglielmi riserva parole grosse per Alfano. «Mi sembra disperato al solo pensiero che la Rai possa diventare una cosa decente. Trema dalla paura e si vede». Leggendo tra e nelle righe Guglielmi potrebbe pensare che il Pdl tema che Viale Mazzini, in condizioni decenti, possa danneggiare Mediaset, la tv del Cavaliere. L’ex direttore ha voluto dire che Alfano agirebbe per conflitto d’interesse? Forse.
Passiamo alla rassegna dei mali peggiori di Viale Mazzini. Per Guglielmi il peggior vizio della Rai attuale è la «mediocrità insistente, inalterabile e inconfutabile. È un grigio sistemico, un vuoto denso». Dunque per Guglielmi la tv pubblica è ormai a corto di idee e galleggia su una letale insufficienza di contenuti.
Non manca qualche suggerimento al futuro rinnovatore, chiunque esso sia. «Cambiare i tg sciatti. Ci vuole un notiziario di racconto con una figura forte che conduca i telespettatori tra le notizie e le pieghe dell’Italia», afferma Guglielmi che non ha dubbi sul modello da seguire: il tg di Mentana su La7. Non finisce qui. Per l’ex direttore bisogna «restituire il potere della conoscenza e indagare pezzo per pezzo l’Italia». Per fare ciò Guglielmi cercherebbe «grandi intelligenze narrative». Infine non manca un pizzico di rivalsa, mista a nostalgia. «Ancora oggi vanno forte quelli che ho lanciato io».
Meno male!
Egidio Negri

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