Perdite dimezzate per il gruppo editoriale Caltagirone S.p.a. E’ in sintesi ciò che risulta dal bilancio relativo all’esercizio 2017. I risultati sono comunque negativi e risentono fortemente della crisi del settore editoriale, ormai in atto da diversi anni. E’ sempre più importante, conformemente alla tendenza generale, lo sviluppo del giornalismo digitale. Sono in costante decremento i ricavi pubblicitari derivanti dalla vendita di copie cartacee (- 6,3%). Al contrario si registra un notevole incremento, + 26,5%, per abbonamenti e copie multimediali. Conseguentemente i dati sono molto simili anche per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria, scarsa su carta stampata (- 6,9%) e in crescita nei siti delle testate (il 13,7% nel quadro complessivo). La pubblicità è sempre stata fondamentale per i ricavi del gruppo, assai più delle vendite. L’adeguamento al digitale è vitale per restare al passo con le tendenze dei mercati. La ricerca di corretti modelli di business su Internet è un problema comune a tutti gli editori. La dimensione regionale della maggior parte delle testate del gruppo rende il compito ancora più arduo per Caltagirone.
Nel complesso i ricavi operativi sono pari a 144,8 milioni di euro, in calo del 5% rispetto al 2016. E’ negativo il margine operativo lordo a causa di oneri strutturali legati al personale. Il costo del lavoro ha comunque registrato una svalutazione del 6,8% rispetto al 2016. Il risultato netto di gruppo è negativo per 29,6 milioni, a seguito di: svalutazione di immobilizzazioni immateriali a vita indefinita per 35,1 milioni, ammortamenti per 6,6 milioni di euro, accantonamenti per 209mila euro e svalutazione di crediti per 1,4 milioni di euro.
Caltagirone Editore S.p.a è tra i più grandi gruppi editoriali italiani. Le testate afferenti all’impresa sono: Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, Il Corriere Adriatico e il Nuovo Quotidiano di Puglia. La società Piemme si occupa di raccogliere la pubblicità per il gruppo. L’azionista di maggioranza è l’imprenditore edile Francesco Gaetano Caltagirone. La crisi del settore editoriale, in cui Caltagirone opera dal 1996, ha persuaso l’imprenditore del fatto che l’editoria non sia più un punto di accumulo dei capitali. Sono seguiti tagli al costo del lavoro e ridimensionamenti editoriali. In questa ottica è stata inoltre lanciata l’anno scorso un’offerta pubblica d’acquisto, allo scopo di provocare il delisting di Caltagirone Editore da Piazza Affari. L’Opa, durata da luglio a settembre, è fallita a causa dell’opposizione di fondi investitori, che non hanno permesso il raggiungimento della soglia necessaria per il ritiro dell’azione dalla Borsa.