L’emorragia della pubblicità sulla carta stampata non conosce freni né accenna ad arrestarsi. Un calo a dir poco generalizzato che ha coinvolto l’intero settore causando una “perdita molto consistente” al bilancio 2012 della Caltagirone Editore i cui segnali relativi al primo trimeste 2013 indicano “ulteriori dati negativi, tra il 20 e il 25% rispetto all’anno scorso”. A sottolinearlo è il presidente della Caltagirone Editore, Francesco Gaetano Caltagirone, in occasione dell’Assemblea degli azionisti convocata per l’approvazione del bilancio 2012.
Quello dell’anno appena trascorso “è un bilancio molto negativo” dovuto, in buona sostanza, al calo della pubblicità che invece di segnare una ripresa tende, all’opposto, ad “aggravarsi di giorno in giorno”, come sottolinea il presidente del gruppo. Una situazione che non riguarda solo le testate che fanno capo alla Caltagirone Editore ma che dilaga un po’ ovunque, coinvolgendo anche gli altri giornali dove pure si accusano perdite dello stesso livello. “Anzi in qualche nostro giornale – precisa il patron – è andata meglio”. La ragione della mancata ripresa è presto spiegata: “il Paese non cammina”.
Tradotto in soldoni: “non si vende” e la prima voce negativa è quella della pubblicità che, appunto, “serve essenzialmente per vendere”. “Non vi dico – dice Caltagirone rivolgendosi agli azionisti – la situazione nel settore immobiliare, pensate che a Napoli non c’è più una inserzione immobiliare, evidentemente la gente è convinta che le case non si vendono” con o senza avvisi a pagamento. Ma anche la pubblicità istituzionale è in calo “perché le grandi aziende tagliano le spese e la pubblicità istituzionale figura tra le voci più facili da tagliare”.
Anche senza anticipare la trimestrale, il presidente del gruppo cui fanno capo, tra gli altri, quotidiani come “Il Messaggero” e “Il Mattino”, spiega che la ripresa al momento non si vede: “abbiamo alzato il prezzo del giornale, riscontrando tra l’altro un calo contenuto delle vendite, minore di quanto ci aspettavamo, proseguiamo l’opera di contenimento dei costi dopo aver ristrutturato il personale, lavoriamo sul prodotto: tutto in attesa di una ripresa che però al momento non si vede”, scandisce Caltagirone.
Dopo un “terribile febbraio, un marzo meno cattivo e, ancora, un aprile meno cattivo” ma neanche positivo: chi si occupa di pubblicità per il gruppo sostiene “che c’è un po’ di rallentamento nella discesa della pubblicità nel II e III trimestre di quest’anno”.
“Mi auguro – afferma Caltagirone – che sia così”. Ma “lo stato di crisi del settore – spiega ancora il presidente del gruppo – è evidente, noi abbiamo grandi riserve in bilancio, abbiamo liquidità, possiamo resistere”. Tuttavia “voglio che gli azionisti sappiano che la crisi andrà avanti a lungo: adesso possiamo solo tagliare non siamo in grado di espandere i ricavi”, conclude.
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