La televisione pubblica greca cambia nome e rinasce dalla proprie ceneri. Per il momento appena un logo con la sigla EDT a cui seguirà a breve una programmazione di fortuna, che gli impiegati della soppressa ERT però già tacciano di escamotage governativo, per aggirare i veri nodi di riassorbimento dei lavoratori e cruciale ruolo del servizio pubblico. Continuare a trasmettere in streaming e non abbassare la guardia, la replica dei giornalisti. “Il logo comparso oggi in onda è una mistificazione – dicono dai locali della tv pubblica, che hanno occupato dalla sua chiusura -. Non ha niente a che vedere conERT, e non ha niente a che vedere con lavoratori e strutture di ERT. E’ solo il frutto di un accordo con un’emittente privata”. La diffusione del segnale, dai locali della privata Mega, segue il voto con cui i soli partiti di maggioranza hanno autorizzato la nascita di Nerit, un nuovo soggetto pubblico,responsabile di TV, radio e internet. “Riteniamo che continuare a lavorare e a trasmettere sia un nostro dovere, perché la società greca ha abbracciato la nostra causa”. Fra le principali ragioni del “no” al governo, gli ex dipendenti di ERT citano un piano di riassorbimenti che lascerebbe fuori 600 di loro. Ancora da chiarire, dicono, è poi anche il quadro contrattuale previsto dalla nuovaEDT.
L’emittente era stata chiusa dall’11 giugno nell’ambito dei drastici tagli al bilancio statale. Dopo un mese di oscuramento, mercoledì mattina era riapparso sulle frequenze della Ert un monoscopio con la nuova provvisoria sigla Edt, televisione pubblica greca.