Un sistema democratico maturo non può prescindere da un’informazione che sia libera e autorevole. Ma soprattutto indipendente. Un concetto chiaro e semplice, quello espresso dal presidente del Senato Pietro Grasso, che potrebbe avere grande importanza per il futuro del settore. Grasso ha tenuto una Lectio brevis presso l’Università La Sapienza di Roma, nel corso della quale ha parlato tanto della libertà di stampa in sé, quanto della stretta attualità vissuta dall’editoria italiana.
“L’informazione che utilizza una sola fonte”, ha sottolineato il presidente del Senato, “non è informazione ma pubblicità mascherata, quando riguarda beni o servizi, propaganda quando si occupa di politica, proselitismo, quando tratta di teorie fantasiose o complotti”. Grasso ha ricordato anche la definizione che Umberto Eco aveva dato dell’uomo di cultura: ‘Essere colti non significa ricordare tutte le nozioni, ma sapere dove andare a cercarle’. Per il presidente “nell’epoca dei motori di ricerca il problema non è certo trovare un’informazione ma, come abbiamo visto, saperne dare una lettura consapevole”.
Quanto alle questioni più “pratiche”, Grasso ha fatto riferimento alle grandi manovre societarie portate avanti nell’ultimo periodo dai più importanti gruppi editoriali italiani: dalla fusione di Stampa e Repubblica al duello per il trono di Rcs che vede protagonisti i soci storici di via Solferino e Urbano Cairo. Le istituzioni dovranno vigilare con molta attenzione per garantire il pluralismo dell’informazione.
Il presidente ha sottolineato di essersi confrontato molte volte, anche da magistrato, “con il tema della libertà di stampa e del pluralismo”. Un’informazione libera gioca un ruolo fondamentale nella definizione dei temi e della qualità del dibattito pubblico, ha detto ancora: “Va da sé che il grado di democrazia di un Paese sia direttamente connesso alla capacità del sistema dell’informazione di svolgere liberamente il suo compito”.
L’appello lanciato da Grasso alle autorità di vigilanza sembra andare in direzione della tanto agognata riforma dell’editoria. Per questo motivo i vertici della Fnsi hanno subito voluto rilanciarlo e Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso, presidente e segretario generale del sindacato, hanno rilasciato alcune dichiarazioni.
Giulietti e Lorusso hanno auspicato che “il forte e autorevole richiamo del presidente del Senato, Pietro Grasso, alle autorità di vigilanza affinché sia evitato che i processi di fusione e di concentrazione avviati e le scalate alle aziende editoriali mettano a rischio il pluralismo dell’informazione non deve cadere nel vuoto”.
“È indispensabile”, hanno spiegato presidente e segretario della Federazione Nazionale Stampa Italiana, “che tutti gli organismi di vigilanza si attivino per garantire il rispetto del pluralismo dell’informazione e l’autonomia delle redazioni e rendere chiari e trasparenti gli assetti proprietari delle società editoriali. In una fase di profonde trasformazioni, serve un quadro di regole chiare ed è per questo che diviene più che mai urgente l’approvazione in tempi brevi della nuova legge sull’editoria, prevedendo eventuali emendamenti che raccolgano l’appello del presidente Grasso”.
Anche perché, come ha detto lo stesso Grasso alla Sapienza, “chi opera nei settori della stampa, dell’editoria, dell’informazione e della cultura ha una grande responsabilità. Due sono i rischi principali: da un lato l’abbassamento degli standard deontologici, dall’altro la dipendenza economica o normativa dal potere”.
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