L’ordine di scuderia che il premier ha dato è «fronteggiare la crisi» e mantenere «saldo il timone», per non cadere «di fronte al tranello dei ribaltonisti». La linea d’azione ancora in via di decisione guarda ad un maxiemendamento alla legge di stabilità o ad un decreto legge da approvare in Cdm stamattina. Entrambe le strade sono percorribili, e le ha tracciate il ministro del Welfare questa mattina ad Agorà, insieme a quell’apertura al dialogo con le parti sociali sui licenziamenti facili che potrebbe significare un «c’è il Paese da salvare, ognuno faccia la sua parte». Insomma, una risposta alle richieste di Consinfdustria e delle altre associazioni di imprese che hanno chiesto al governo «misure epocali».
Il tutto, ovviamente, sotto la lente d’ingrandimento del Quirinale, che monitorizza costantemente la situazione. Di più: il capo dello Stato ha avuto una serie di colloqui con tutti i leader politici, ma anche con esponenti del mondo economico e finanziario. Gli uni lo hanno rassicurato sulla disponibilità dell’opposizione «a prendersi le proprie responsabilità» e sulla volontà del governo di «rispettare gli impegni presi in Europa». Gli altri, invece, lo hanno da un lato ragguagliato sulla reale gravità della situazione, dopo l’ennesimo crollo della Borsa avvenuto ieri.
Per Berlusocni, quindi, si profila l’ennesima giornata difficile, con il tempo che separa l’Italia dal redde rationem del G20 di Cannes che è sempre meno e le pressioni, interne ed esterne, che sono sempre più forti. Con un cruccio in più: un deputato, Roberto Antonione, ha lasciato il Pdl per approdare al Misto. Un voto in meno alla Camera, dove il premier dovrà presentarsi a breve, volente o nolente. (TMNews)