GOOGLE TV, YOUTUBE E L’ECOSISTEMA ANDROID: LA PAROLA D’ORDINE È “CONCENTRAZIONE”

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L’offerta di Big G continua ad espandersi su più fronti mentre l’aggiornamento dell’applicazione YouTube per la piattaforma Google Tv, sembra confermare la volontà del colosso della ricerca online di esportare il sistema operativo Android ben oltre i confini dell’universo mobile.

La release annunciata nelle scorse ore consentirà la sincronizzazione della Tv Intelligente di Google con i contenuti di una delle piattaforme video più quotate del web, e che ha registrato nel solo 2011 un triliardo di visite, totalizzando un market share negli Usa pari al 76,4%, (dati Pingdom) oltre a far guadagnare a Google una quota di mercato del 44% sui 201miliardi di video visti sul globo (dati ComScore).

Grazie alla sezione Discover gli utenti di Google Tv potranno vivere un’esperienza d’uso di YouTube più funzionale e personalizzata, sfogliando il database di filmati suddivisi per categorie e accedendo alla piattaforma con maggiore consapevolezza. Una feature relativa alla gestione canali penserà poi a facilitarne le iscrizioni e a suggerire, in base alle preferenze del caso, la visione di altri video di tema affine.
Lo scopo della nuova interfaccia sembra quello di veicolare una diversa idea di business inseguita da tempo da BigG, quella cioè di integrare gli introiti pubblicitari associati ad ogni singolo video caricato sulla piattaforma di video sharing con i guadagni derivanti dalla programmazione a sottoscrizione mediante l’apertura di canali tematici a pagamento. E’ stato lo stesso Ceo di YouTube Salar Kamangar, non molto tempo fa, ad annunciare una filosofia aziendale aperta ai fornitori di contenuti interessati ad investire nel video-mercato, aspirando a coprire, secondo stime interne, circa il 40% dei profitti.

L’integrazione tra Google Tv e YouTube potrebbe essere solo il preludio del più ampio progetto made in Mountain View, noto come Android@Home. Si tratta di un sistema di connessione via wi-fi o bluetooth finalizzato all’intrattenimento domestico, attivato mediante un dispositivo hardware (un set top box ) dotato di sistema operativo Android ed in grado di consentire lo streaming musicale attraverso il servizio di cloud storage di prossima attivazione, Google Drive. Secondo indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal tale servizio potrebbe includere anche una funzione di file sharing. La gestione dell’impianto domestico firmato BigG potrebbe avvenire mediante l’uso coordinato di tablet e smartphone android fungenti da telecomando o da veri e propri monitor per l’editing delle playlist. Si tratta ancora di ipotesi anche se in tale progetto non è da escludersi il coinvolgimento, sul fronte hardware, di Motorola Mobility, il recente acquisto di BigG, già produttore di device e set top box destinati al comparto televisivo.
La strategia di Google sembra aver imboccato una direzione precisa, sempre più finalizzata alla concentrazione di un’ampia gamma di servizi, da rendere disponibili su molteplici dispositivi, magari con account unici di accesso. Una novità come la semplificazione delle normative sulla privacy per l’uso integrato di piattaforme quali YouTube, GMail, Google Plus e gestibili dall’utente, a partire dal 1° Marzo, attraverso un unico profilo, basterebbe da sola a confermare una simile tendenza. A completare il quadro hanno contribuito poi il lancio negli Usa del servizio di ricerca in chiave social “Plus Your World”, nonché il recente approdo sui dispositivi mobili targati Android, di Google Chrome, ovvero il secondo browser web più usato sul mercato (28% di marketshare, ComScore) dopo Internet Explorer (39%). E che dire di PunkThis?Con questa scheda dotata di processore ARM, annunciata dalla start up norvegese CUPP Computing (il prezzo sarebbe inferiore ai 200 dollari) Android e tutti i servizi offerti da Google (YouTube, Google Docs, GMail, Google Chrome) potrebbero essere presto installati su qualsiasi notebook con processore Intel e laptop Windows, garantendo un risparmio maggiore della batteria. Sembra che il colosso di Mountain View abbia creato tutte le premesse per trasformarsi in una macchina votata all’autarchia.

Manuela Avino

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