Dopo il via libera dell’Antitrust Usa, preoccupata di scongiurare ogni rischio di concentrazione della proprietà intellettuale, ora anche Cupertino potrà concorrere alla gara di acquisto dei 6mila brevetti relativi alle tecnologie mobili di quarta generazione e non solo. Un portfolio dal valore di 1 miliardo di dollari messo a disposizione dalla casa produttrice di apparecchiature di telecomunicazioni canadese all’indomani della bancarotta dichiarata nel 2009. Dopo la recente offerta di Google, che ha messo sul piatto ben 9milioni di dollari approvati dall’Antitrust ed accolti di buon grado dall’ex-colosso canadese, scatenando però l’ira di Redmond per il rischio di vedersi sfumare l’accordo di esclusiva sottoscritto nel 2006 con la stessa network corporation (per la produzione di device abilitati alla comunicazione VoIP), l’asta a quanto pare sarà votata al rialzo. Questo perché la Nortel ha chiesto espressamente alla Corte Fallimentare Usa per il Distretto del Delaware di impostare una procedura di gara in cui le offerte successive dovranno superare la proposta lanciata da Google, secondo un accordo denominato di “stalking horse”. Ovvero la migliore offerta prima della gara è la cifra da cui partire, il che comporta un rilancio di almeno 929milioni di dollari da parte del secondo eventuale offerente, con un incremento minimo per quello successivo di 5milioni. Ma dove sono andate a finire allora le preoccupazioni su una possibile concentrazione monopolistica della proprietà intellettuale in un settore strategico quale la creazione di reti dati wireless 4G (connettività Lte), le applicazioni per il search engine su Internet e per il social networking?
La faccenda viene ulteriormente complicata dal fatto che la scorsa settimana la divisione Antitrust del DOJ Usa avrebbe eliminato dalla lista dei potenziali acquirenti, compagnie del calibro di Intel Corp. ed LM Ericcson Telephone Corp (Fonte RTT news). Al contempo aziende concorrenti come Nokia, AT&T, Verizon Communications, Inc. ed Hewlett-Packard, Inc. sempre la scorsa settimana, hanno opposto obiezioni alla vendita, per lo sleale vantaggio competitivo che si presume venga concesso al vincitore della gara rispetto ai suoi rivali. Non è necessaria una sfera di cristallo per comprendere che il 27 di giugno, data prevista per l’audizione dell’asta, si giocherà in parte il futuro della ricerca tecnologica. L’offerta vincente potrebbe infatti attribuire un potere non irrilevante sull’avvenire prossimo degli smartphone e delle tecnologie wireless ad uno di quei tre giganti Usa (Microsoft in questo caso fungerebbe da supervisore esterno degli accordi) che già vantano una tangibile superiorità nel settore.
Manuela Avino