Google ha raggiunto la scorsa settimana un accordo con gli editori francesi per l’indicizzazione dei loro contenuti in cambio del pagamento di 60 milioni di dollari a un fondo che sostenga la transizione dell’editoria verso il digitale. Inoltre il colosso web offrirà una serie di sconti e agevolazioni agli editori sui suoi spazi pubblicitari online.
Bene, anzi no, secondo il presidente dello European Publishers Council, il portoghese Francisco Pinto Balsemao, per il quale ciò che la società di Mountain View ha offerto non è affatto sufficiente. Google e gli altri aggregatori di notizie, sottolinea Balsemao, dovrebbero compensare gli editori di tutta Europa, dal momento che fanno profitti dalla vendita di pubblicità facendo leva sui contenuti gratuiti dei siti d’informazione.
Balsemao non ha spiegato a quanto ammonti un compenso adeguato. Ma di certo le sue parole non potranno non avere un peso sulle decisioni di Google in materia: lo European Publishers Council rappresenta i 26 principali editori di quotidiani e periodici di tutti i paesi europei (per l’Italia ci sono ad esempio Rcs e L’Espresso).
Nei giorni scorsi, all’indomani dell’accordo firmato oltralpe con il presidente Hollande, il presidente della Fieg Giulio Anselmi aveva spiegato che la trattativa fra Google e gli editori italiani, con la mediazione del governo, è forzatamente in standby causa elezioni, auspicando di giungere a un’intesa simile anche da noi una volta che si sarà insediato il prossimo governo. Ma istanze simili a quelle francesi sono state avanzate dalle associazioni degli editori di altri paesi Ue.
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